CONSIGLIO. Prevalgono i “sì” alla revisione del lessico. Fadda: «Corsi già avviati»
Prevalgono gli apprezzamenti, con qualche distinguo. Il “sì” della Regione alla legge sulla semplificazione, che include un articolo sullo sviluppo delle politiche di genere e per la revisione del linguaggio amministrativo, rafforza lo «sviluppo di una effettiva parità di genere» ma non mancano i distinguo tra i consiglieri comunali. Danilo Fadda, assessore al Personale e agli affari generali esprimere «apprezzamento per la scelta del legislatore regionale» e chiarisce: «Sul punto il Comune ha anticipato il legislatore regionale, con l'adozione del nuovo Statuto approvato alla fine del 2015, che nell'articolo 11 ha espressamente previsto misure per garantire condizioni di pari opportunità tra i generi». Non solo. «Per quanto riguarda il linguaggio», sottolinea Fadda, «è andato oltre. Lo stesso articolo 11 prevede che l'amministrazione negli atti amministrativi e nelle comunicazioni ufficiali debba adottare un linguaggio “inclusivo e non discriminante”». L'assessore promuove la norma che «va anche oltre prevedendo un'apertura del lessico verso altri generi oggi discriminati». Fadda ricorda che «sono già stati svolti corsi di formazione orientati all'utilizzo di un linguaggio inclusivo per il personale assegnato agli uffici di città», che «offrono servizi attinenti all'anagrafe e quindi servizi di front-office, con un rapporto quotidiano e diretto con i cittadini». Si dovrà rispettare il linguaggio di genere «anche nella redazione dei bandi», da quelli che si rivolgono ai più piccol,i come bambini e bambine, fino ad arrivare a quelli più tecnici».
Alessio Mereu (Fratelli d'Italia) è caustico: «Nessuna contrarietà alla legge. Una solo appunto: è possibile, con tutti i problemi che abbiamo da affrontare e tentare di risolvere, che si perda tempo con queste questioni? Cambiare lessico è una perdita di tempo inutile». Di tutt'altro avviso Antonietta Martinez (M5S): «Sono d'accordo, l'accolgo con favore. Sono stanca di dover compilare moduli con la dicitura: il sottoscritto. Come se non esistesse la componente femminile». Federico Ibba (Popolari e azzurri per Cagliari): «Se può servire alla causa femminile, ben venga la legge. Non penso sia utile né opportuno fare battaglie per contrastare questa linea». Pierluigi Mannino (#cagliari16): «Sono contrario alla storpiatura della lingua italiana. Continuerò ad apprezzare e a considerare il genere neutro di origine latina e a utilizzare il lessico attuale». Piergiorgio Massidda (#cagliari16): «Non ho aspettato l'approvazione di una legge regionale per condividere e usare il linguaggio di genere». Stefano Schirru (Forza Italia): «La politica deve occuparsi d'altro. Non è un argomento che mi appassiona».
Pietro Picciau