La grande evasione, totale da capogiro. Mancano all'appello 108,7 miliardi
La differenza, in media annuale, tra entrate attese ed effettive nelle casse italiane, tra 2012 e 2013, risulta pari a 108,7 miliardi di euro. 98,3 di mancate entrate tributarie e 10,4 di mancate entrate contributive.
ROMA - Dal 2012 al 2013 l’incremento delle mancate entrate tributarie - si legge nell'analisi - risulta pari a 2,5 miliardi di euro, mentre la dinamica del gap riguardante le entrate contributive registra una leggera flessione (circa 280 milioni di euro). La propensione al gap relativa alle entrate tributarie, in media pari al 24 per cento. Considerando esclusivamente l’Irpef per il lavoro autonomo e impresa, l’Ires, l’Iva e l’Irap, la propensione media al gap risulta sensibilmente più elevata e pari al 34,2 per cento. Dal rapporto, in particolare, emerge una propensione media alll'evasione Irpef pari al 55,9 per cento per i lavoratori autonomi e le imprese, in continua crescita dal 2010 al 2014, anno in cui si avvicina al 60 per cento a fronte di un'evasione del lavoro dipendente del 3%. Tra le altre imposte la più evasa è l'Ires con una propensione al 36,8% seguita dall'Iva al 29,8 per cento, dall'Imu al 24,2 e dall'Irap al 22,7 per cento.
In generale, con la sola eccezione dell’Iva, nel 2013 si evidenzia un aumento nella propensione al gap rispetto al 2012 per tutte le tipologie di imposta considerate. Da segnalare che la recente revisione al rialzo operata dall’Istat con riferimento al Pil del 2014, data l’assenza di revisione del gettito tributario, potrebbe condurre ad una crescita dei tax gap per tale anno. È quanto si legge nell'ultima relazione della commissione Giovannini, pubblicata sul sito del Tesoro.