«Vedevo il mare che pian piano raggiungeva il chioschetto. E ho avuto paura, molta paura». Maria Assunta Cabras è una delle veterane dei baretti del Poetto. Quando ha visto la mareggiata avvicinarsi al suo locale, il Palm Beach, ha rivissuto l'incubo di otto anni fa. «Quando», racconta, «il mare entrò nel chiosco e fece tantissimi danni». Alla struttura, con gli impianti elettrici rovinati, e anche alle derrate alimentari custodite nei magazzini e nei frigoriferi. La mareggiata, cominciata nella serata di giovedì e durata sino a ieri mattina, invece, ha provocato solo tanta paura.
IL BILANCIO L'acqua ha “cancellato” la spiaggia dalla Prima fermata sino a Quartu. Il mare è, praticamente, arrivato a ridosso della strada. Ma le “palafitte” che reggono i chioschetti hanno tenuto bene. «Nessun danno o quasi», dicono all'unisono i gestori. Solo alla Quarta fermata qualche voce fuori dal coro: all'Emerson, l'unico locale non realizzato in base alle disposizioni del Pul, hanno lavorato per ore per evitare l'acqua portasse via ombrelloni e sdrai; la passerella, ora, è sotto uno strato di sabbia. E il locale vero e proprio? Apparentemente non è stato toccato ma ancora non è stata valutata la tenuta degli impianti, quello fognario in particolare, sistemati sottoterra. Qualche problema anche al vicino Malibù: ieri mattina, è rimasto chiuso con un dipendente lasciato lì a controllare. Salvo l'impianto elettrico interno, potrebbe, invece, essere saltato l'impianto esterno, quello che fornisce luce ai faretti della terrazza.
IL FENOMENO Danni, dunque, limitati. Anche se quello di ieri è stato un fenomeno eccezionale. «Questo chiosco», racconta Rosaria Murru della Lanterna Rossa, «esiste da 33 anni. Mai prima d'ora l'acqua era arrivata sino al locale». Un concatenarsi di eventi che ha provocato l'inondazione: il forte vento di scirocco, unito all'alta marea e a un aumento della pressione atmosferica ha visto l'acqua sin dove non era mai arrivata. In realtà, c'è anche un altro aspetto: le dune create per preservare la sabbia hanno fatto sì che l'acqua cercasse sfogo dove sino a quel momento non era mai arrivata. «Comunque», riprende, «non ci lamentiamo. Anzi, questo fenomeno ha richiamato tanti clienti che volevano vedere quello che era accaduto. Sono davvero venuti a prendere un caffè al mare», conclude sorridendo.
LA MAREGGIATA Che sarebbe stato un fenomeno eccezionale lo si è cominciato a capire nel tardo pomeriggio di giovedì. «Visto che lavoriamo qui», spiega Maurizio Marongiu del Twist, «siamo in grado di prevedere quello che può accadere. Verso le 18, con lo scirocco che soffiava forte, il mare ha cominciato ad avvicinarsi verso il chiosco. Ho capito che questa sarebbe stata una mareggiata importante». Per tutta la notte, l'acqua, spinta dal vento, ha continuato ad avanzare. E non si è fermata neanche nelle prime ore del mattino. «Erano parecchi anni», interviene Efisio Lai di Sesta Area, «che non si verificava una mareggiata così. La particolarità di questa sta nel fatto che, gli anni scorsi, fenomeni del genere venivano registrati solo in inverno. Questo è avvenuto subito dopo la fine della stagione estiva. E ha portato in spiaggia tanta gente che voleva vedere di persona quello che è accaduto». I curiosi hanno osservato il fenomeno, sorseggiando un caffè nelle terrazze dei chioschi. «Il fatto che siano sopraelevati», afferma Anna Frongia del Nilo, «ci ha consentito di lavorare tranquillamente nonostante fossimo circondati dall'acqua». A parte il Malibù, solo un'altra chiosco, l'Oasi, è rimasto chiuso. «Ne abbiamo approfittato», rassicura Luciano Spiga, «per rimettere a posto alcune cose. Ma non abbiamo avuto alcun danno».
IL NUOVO POETTO Nonostante la forte mareggiata, il sistema ha funzionato: l'acqua è uscita dalla spiaggia solo a fianco allo stabilimento dell'aeronautica. «Qualche cabina allagata ma nessun danno», dicono gli operai impegnati a prosciugare il parcheggio davanti allo stabilimento. La mareggiata ha rappresentato un ottimo banco di prova per il nuovo litorale. «Se l'acqua fosse arrivata nel lungomare», afferma il sindaco Massimo Zedda, impegnato in questi giorni a Bari, «non avrebbe danneggiato niente. Ma è importante che non sia accaduto: questa è la dimostrazione che, nonostante il sistema non sia ancora a pieno regime, la barriera dunale e delle piante riesce a trattenere la sabbia all'interno dell'arenile. E, con la crescita delle piante e delle dune, la situazione è destinata a migliorare».
Marcello Cocco