GIORNATA PARALIMPICA.
Non ci saranno gare, perché ci sono cose più belle e importanti che si possono fare in una giornata celebrativa. La decima edizione di quella dedicata allo Sport Paralimpico si svolge domani in tre città italiane: Genova, Torino e Cagliari. Il capoluogo debutta da “Città europea dello Sport”, come ha sottolineato nel corso della presentazione l'assessore Yuri Marcialis: «È una giornata emblematica, in questo senso. Servono sportivi, prima che strutture, gente che abbia voglia di fare sport. Il primo passo è la cultura sportiva».
«Il paralimpismo ha una missione che è creare una coscienza sociale», ha aggiunto l'ex campione Sandrino Porru, oggi presidente della Fispes: «Ognuno deve avere la possibilità di mettere in mostra le proprie potenzialità. E abbiamo dimostrato a Rio de Janeiro che non ci sono disabilità, ma soltanto abilità». Con 39 medaglie: l'arciere Alberto Simonelli, argento a Rio nel compound, ha annuito accarezzando la propria. Domani, dalle 9 al Lazzaretto di Sant'Elia ci saranno altri quattro atleti saliti sul podio (terzo gradino) agli ultimi Giochi: prima di tutto Nanni Achenza (triathlon), poi Monica Contraffatto (atletica), Giada Rossi (tennistavolo) ed Efrem Morelli (nuoto). E poi la nuotatrice selargina Francesca Secci e il velista dorgalese Bachisio Pira.
In tutto saranno diciotto le federazioni o discipline associate presenti, con 1200 ragazzi provenienti dalle scuole di tutte le province sarde, come ha spiegato Paolo Poddighe, presidente regionale del Comitato Paralimpico Italiano, presente assieme al suo vice, Simone Carrucciu (rispettivamente numeri uno sardi delle federazioni di tiro con l'arco e tennistavolo). Per il Cip, divenuto ente pubblico, comincia una nuova fase nella quale occorrerà far fronte anche alle nuove richieste che, dopo Rio, sono sempre più numerose. Meglio così: il valore di un Paese non è dato dal Pil, ma da come è capace di investire nelle persone. Parole di Luca Pancalli. Le più adatte all'occasione.
Carlo Alberto Melis