L'atleta dorgalese partirà sabato da Cagliari: a monitorarlo a distanza sarà un team di medici
Trionfo della tecnologia per assistere Gaetano Mura, lo skipper di Cala Gonone, 48 anni, impegnato a battere il record (137 giorni) di circumnavigazione del pianeta. Mentre solcherà le 25 mila miglia (46.300 chilometri) attraverso gli oceani con il suo 12 metri “Italia” in spaventosa solitudine, un'équipe di cardiologi del Brotzu controllerà i battiti del suo cuore. L'intero ospedale (e un team di medici universitari) lo assisterà grazie a un sistema di trasmissione dati satellitare, in una gara che sposa passione sportiva e interesse scientifico per raggiungere nuovi traguardi nell'assistere a distanza i pazienti normali.
“UNA SQUADRA” «Una bella garanzia», dice Mura, «ma, lo dico con grande soddisfazione, abbiamo stabilito un rapporto umano che mi dà fiducia più di ogni altra cosa». Lo sportivo dorgalese ha voluto sposare la tecnologia con “su connottu”: in cambusa, cibi liofilizzati per astronauti, certo, ma anche pane carasau, bottarga e tonno.
«Sarà sempre in contatto con la Terapia intensiva cardiologica», dice Maurizio Porcu, direttore del Dipartimento cardio-toraco-vascolare. «Il suo elettrocardiogramma sarà monitorato attraverso un holter, che scaricherà i dati sul computer e li invierà in reparto». Lo skipper sarà collegato col Brotzu anche attraverso telecamere e telefono satellitare. Interlocutore principale, il cardiologo Antonio Scalone, referente dell'operazione “Solo round the globe record”.
FILO DIRETTO Maurizio Porcu precisa che «per qualunque necessità clinica, Mura contatterà la Terapia intensiva seguendo un protocollo che determinerà gli interventi secondo il tipo di assistenza di cui avrà bisogno, coinvolgendo i diversi specialisti dell'ospedale». Mura sarà il primo medico di sé stesso: ha seguito un corso per imparare a esaminare il proprio stato clinico. Un sistema di autovalutazione che, in cardiologia, gli farà considerare respirazione, frequenza cardiaca, pressione. La procedura dettagliata (60 pagine) comprende traumi a torace, addome e bacino, lesioni da calore, ustioni, reazioni allergiche, emorragie, amputazioni, fratture, ferite varie.
FORZA FISICA «Gaetano Mura sa cosa fare. È abituato a cavarsela da solo e sa bene che deve gestire tutto, anche il modo in cui riposare», sottolinea Vincenzo Piras, docente universitario esperto di malattie odontostomatologiche, che ha partecipato alla fase d'avvio del progetto, coinvolgendo anche l'Università di Malta. «Gateano ha una grande forza e in quest'impresa rappresenterà la forza dei sardi».
FARMACIA A BORDO Dagli specialisti lo skipper riceverà diagnosi e terapie. Nella barca c'è infatti una farmacia con oltre 100 prodotti e strumenti divisi in 16 contenitori: «Per ogni patologia, una busta numerata. Per poterle usare», spiega Maurizio Porcu, «ha seguito un corso di rianimazione e gestione delle emergenze, ha imparato a suturare ferite, si è dotato di graffettatrice. Quando si viaggia con venti da 40 nodi, si prendono botte e si deve essere in grado di gestirsi da soli». Mura lo ha sempre fatto: «Ho messo punti su un'arcata sopracciliare rotta, curato una piccola ustione e otturato un dente con il kit apposito». Quando concluderà l'impresa, gli specialisti del Brotzu esamineranno i suoi dati cardiologici, dopo essere stato sottoposto a uno squilibrio del ritmo sonno-veglia incredibile per un periodo di oltre 4 mesi, costretto a fare micro sonni di 20 minuti ogni 2 ore.
Nella preparazione il navigatore è stato seguito da Antonio Crisafulli, coordinatore scientifico del laboratorio di Fisiologia dello sport della facoltà di Medicina. «Con lui ho effettuato test e allenamenti, anche con la macchina Top Gym, per verificare gli incrementi di forza e altri parametri». Il fattore alimentazione lo ha curato la nutrizionista Giovanna Ghiani: «Con un holter metabolico, abbiamo calcolato che avrò bisogno di circa 3200 calorie al giorno».
BOTTARGA E VINO «In cambusa», spiega Gaetano Mura, «avrò borsoni con i pasti giornalieri in buste numerate. Tutto biologico. Al 50 per cento cibi liofilizzati Argotec, quelli di Samantha Cristoforetti. Per il resto, abbiamo cercato nell'Isola ciò che si prestava a essere conservato: pane carasau di Montresta, bottarga, tonno». E anche vino. «Sì, 7 bottiglie: 2 per i passaggi equatoriali; 3 per i capi importanti, Buona speranza, Leeuwin, Horn; una a Natale, una a Capodanno». Il navigatore solitario avrà anche tanto da leggere. «Classici e l'Antologia di Spoon river».
Lucio Salis