Un corteo lungo le vie del centro poi l'incontro con l'assessore regionale ai Trasporti
È la “generazione Y”, quella dei ragazzi nati tra il '90 e il 2000. Ed è la generazione che protesta perché vorrebbe studiare ma deve fare i conti con tanti ostacoli. Qualche centinaio di ragazzi si è dato appuntamento in piazza Matteotti per partire verso i palazzi del potere dove esprimere il proprio disappunto. Trasporti costosi, edifici fatiscenti, scuole che cambiano sede: queste solo alcune delle rivendicazioni che i ragazzi dell' Unione degli studenti hanno portato nei tavoli degli assessorati regionali.
IL CORTEO Quasi scontato l'appuntamento in piazza Matteotti. Perché la piattaforma riguarda gli studenti di tutta l'Isola: arrivano alla spicciolata da Carbonia, da Siliqua, da Monastir, oltre che dal capoluogo. I ragazzi di Sorgono, invece, sono in ritardo: il corteo, comunque, parte. E, infilato il viale Trieste, fanno un primo stop in via XXIX novembre, all'assessorato regionale ai Trasporti. Vogliono esprimere a Massimo Deiana la rabbia per l'aumento dei costi che colpisce i pendolari. Riccardo Caoci («Una sola “c”, il mio cognome è unico per un errore dell'anagrafe», spiega) prende ad esempio la situazione. «L'anno scorso, per arrivare da Sestu, pagavo l'abbonamento 28.50 euro al mese. Ora, pur essendo rimasta invariata l'Isee, costa 37 euro». Differenza mica da poco. «Soprattutto in una regione nella quale il tasso di dispersione scolastica è del 24,7 per cento. E una delle ragioni degli abbandoni è proprio la questione economica».
LE RAGIONI Il sogno sono i trasporti gratuiti. Ma gli studenti si accontenterebbero di molto meno. «È indispensabile», interviene Francesco Ara, «ripristinare le riduzioni legate al reddito Isee. Ed è fondamentale che le decisioni che riguardano gli studenti siano prese sentendo anche noi. Questa è una delle richieste che abbiamo fatto agli assessori». Non a caso l'hastag lanciato, a livello nazionale, è “#decidiamonoi”.
GLI ISTITUTI Dopo il colloquio con Deiana, il corteo torna in viale Trieste. E lì si comincia a parlare anche di edilizia scolastica. «Anche se studio al Classico», dice Giulia Bachis, «non trovo giusto che ci siano studenti di serie A e di serie B. Io ho solo il problema di arrivare da Siliqua. Ma i ragazzi del liceo Artistico e del Martini, oltre quello, hanno anche altre difficoltà». La situazione del liceo artistico è nota. «Noi che avremmo bisogno di stare in un edificio al centro», interviene Anna Margherita Campsu, «che avremmo bisogno di stare più a lungo a scuola, ci ritroviamo in periferia e con giornate scolastiche di tre ore». Il Besta 2 sarà ripulito e, da lunedì, ci sarà anche la navetta. «Noi al Martini», conclude Elena Muscas, «non siamo stati così bravi nel protestare. Quelli che sono finiti in una sede comoda come il Leonardo hanno taciuto. E tutti i disagi sono a carico di chi, come me, è finito al Besta».
Marcello Cocco