In un incontro con il sovrintendente Claudio Orazi, le organizzazioni sindacali del Teatro lirico hanno manifestato la propria preoccupazione in seguito alla promulgazione della legge 160 del 17 agosto 2016, che «per le fondazioni lirico sinfoniche in Italia muta radicalmente lo scenario». In rappresentanza delle sigle Usb, Fistel-Cisl e Libersind, Massimiliano Cecalotti, Annalisa Pittiu e Giuseppe Lo Curcio chiariscono che «la legge produrrà effetti devastanti per i lavoratori di molte fra le 14 fondazioni attualmente operanti nel paese».
La legge «scarica sui lavoratori le conseguenze dell'eventuale mancato finanziamento del fondo unico per lo spettacolo, che si verrebbe a materializzare per quelle fondazioni che non soddisfacessero i requisiti che la legge 160 indica entro il dicembre 2018». I requisiti si esauriscono in alcuni capitoli «che le gestioni più accorte dovrebbero avere già acquisito da tempo». Il caso cagliaritano. «Purtroppo il Teatro lirico di Cagliari è in difficoltà, anche a seguito della diminuzione delle risorse, ponendosi di fatto in una situazione di rischio». Usb, Fistel-Cisl e Libersind «chiedono al sovrintendente di porre in atto un grande e ambizioso piano di rilancio che consenta nei due anni a disposizione al Teatro lirico di scalare posizioni riguardo agli altri teatri nazionali, per garantirsi la permanenza nel sistema di finanziamento Fus, condizione ineludibile per continuare a garantire i livelli occupazionali attuali». Nell'incontro con il sovrintendente è stato richiesto che «il piano di rilancio venga sottoscritto entro il 22 ottobre».