Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Punterei tutto sul turismo» Massidda: il sindaco spieghi qual è il suo progetto per la città

Fonte: L'Unione Sarda
28 settembre 2016

COMUNE.

Tra le sfide dell'ex parlamentare la zona franca e la valorizzazione del porto

 

O Profilo basso ma unghie pronte a graffiare. Il dopo voto di Piergiorgio Massidda, leader del movimento civico “Cagliari 2016”, non è un percorso lastricato di lacrime e risentimento per il kappaò alle urne («ha vinto Zedda, governi») ma giornate animate da una vigile attesa: «Qual è il progetto per Cagliari? Non l'ho capito». Non perché pensi ormai più alla sua attività di imprenditore del settore della sanità privata o a respingere con garbo gli inviti a guidare quel che resta del centrodestra: «Il fatto è che dal sindaco non arrivano segnali. Qual è la città che intende disegnare? Il Consiglio comunale vorrebbe saperlo».
Da capo dell'opposizione cosa si aspetta?
«Non esiste un capo, e sono contro chi si mette i gradi. In campagna elettorale ho soltanto rappresentato un punto di incontro. Un capo è tale per l'autorevolezza che esprime. Il punto è che, purtroppo, siamo in assenza di dichiarazioni programmatiche».
Sono state annunciate.
«Ma siamo in ritardo. Sebbene, per onestà, devo riconoscere che Zedda ha già detto che il suo sarà un annuncio formale: il programma lo ha già spiegato ai suoi elettori».
Lei lamenta di non averlo potuto fare.
«È stata una sfida elettorale senza confronti».
Il rammarico più grande.
«Intendevo mettere a disposizione della città i miei contatti, l'esperienza, replicare quanto ho fatto all'Autorità portuale. In due anni al porto ho fatto più e meglio di quanto ha fatto Zedda in cinque a palazzo Bacaredda. Io ho creato posti di lavoro, il sindaco continua a fare proclami. Come l'occasione persa dalla città con le Olimpiadi mancate a Roma».
Sta dalla parte della sindaca Raggi?
«Ha fatto una cosa intelligente. Non possiamo contare su benefici legati alle scelte altrui ma decidere noi cosa fare».
Un esempio?
«Programmare. L'altro giorno sono stato a Matera. Ebbene, non c'è partita: ho scoperto una città piena di turisti. Il contrario di quel che succede da noi. Il sindaco ha coinvolto tutti i cittadini nel progetto-città. In caso di emergenza ogni cittadino sa come e dove intervenire. Se la settimana scorsa l'alluvione avesse provocato a Pirri una tragedia il nostro sindaco avrebbe passato gli stessi guai del sindaco di Genova quando nel capoluogo ligure si abbatté il nubifragio».
Per quelle ore non c'era un allarme meteo.
«Vero. Ma si continua a intervenire quando il peggio è avvenuto. Dal 1798 abbiamo avuto 120 inondazioni. Dobbiamo continuare a parlare di casualità? Da tempo invochiamo l'impiego dei radar per intercettare l'alluvione in arrivo ma anche di avere coscienza di fenomeni come il ruscellaggio, che si accentua dopo ogni nuova opera urbanistica».
Amministratori distratti?
«Politici che oltre alle panchine e alle piazze dovrebbero progettare interventi utili, che non portano voti, ma che rendono la città più sicura. Penso a quanto fatto dal sindaco Floris».
Critiche da opposizione.
«No, constatazioni. Noto una mancanza di visione. Io, come candidato a sindaco, avevo la visione di una Cagliari turistica. Fino al 2030 è l'industria che crescerà di più. Tramite la zona franca doganale porterebbe enormi benefici».
Invece?
«La zona franca può saltare perché il Comune, socio del Cacip, non dà le autorizzazioni».
Lo sviluppo è nella Città metropolitana?
«La città corre il rischio di vedere uno spostamento di servizi. Penso che i cassetti degli amministratori dovrebbero essere pieni di progetti. Invece registro vuoti e silenzi imbarazzanti».
Le carenze più evidenti.
«Le intelligenze esistono ma sono male impiegate, senza contare che le leggi non consentono assunzioni. C'è un decadimento continuo della qualità dei servizi e del personale politico».
Sta dando un voto all'esecutivo?
«Formato da brave persone mal distribuite. Che senso ha autorizzare la costruzione di un nuovo stadio con l'apertura di negozi se tanti esercizi commerciali nel centro storico stanno morendo? Io sono tifosissimo del Cagliari e non ce l'ho certo con Giulini ma con la filosofia che sta alla base di questa scelta».
Rimarrà in Aula, all'opposizione?
«Lo devo ai cittadini. Non posso però pensare di discutere solo di marciapiedi. Avrei anche altro da fare: l'imprenditore privato, per esempio».
Il suo movimento civico ha il respiro lungo per giungere al voto per le regionali?
«Sto pensando al futuro, ma non alle regionali. Cerco di far crescere i giovani. Stefano Schirru e Federico Ibba tra questi. Amo la mia città ma non sono attaccato alla poltrona. La mia visione però resta: Cagliari turistica con la zona franca doganale per attivare investimenti».
Predica inascoltato.
«Vero. Sull'atteggiamento di Comune e Regione su temi come i collegamenti aerei e marittimi sono impressionato in senso negativo. Il nostro porto e tra i 120 scali più importanti in Europa ma noi lo consideriamo un corpo estraneo. Da restare allibiti».
Cosa farebbe?
«Giocherei tutto sul turismo. Rivedrei i piani del traffico e del commercio. Senza come si può pensare al turismo? Rifletteri anche su alcune scelte».
Piste ciclabili, bike e car sharing?
«Ne migliorerei il servizio. Ma invito a riflettere su un altro aspetto: che convenienza c'è nella metropolitana di superficie? Un chilometro con il bus costa 3 euro, con la metro 12 euro».
Cederà alle lusinghe e guiderà il centrodestra?
«Il centrodestra cresce tra le gente e diminuisce come presenza istituzionale. No, mi creda: ho altro a cui pensare».
Pietro Picciau