Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«In un'epoca senza maestri cerco le note su YouTube»

Fonte: L'Unione Sarda
27 aprile 2009



Naviga tra musica classica, minimalismo, improvvisazione ed elettronica, lontano dalle algide acque del manierismo. Pianista trasversale capace di spaziare liberamente in ogni direzione, Ludovico Einaudi approda lunedì al Teatro Lirico di Cagliari per la nona edizione del Festival di Sant'Efisio. Un concerto che il musicista regalerà in solitudine ai tanti fan, secondo una formula collaudata da tempo proposta anche la passata stagione a Oristano e due anni fa a Nora in occasione de “La Notte dei Poeti”. «Brani che selezionerò dai lavori più conosciuti come “Le onde” e “Divenire”, ai quali affiancherò temi di composizione compresi nel disco che uscirà in settembre» precisa il solista torinese, noto agli appassionati per i suoni circolari (come ama definirli) che caratterizzano il suo stile.
Dieci giorni fa alla Carnagie Hall a New York si è esibita l'orchestra formata da novantasei musicisti selezionati su You Tube. Un'idea stimolante che va alla ricerca di nuovo pubblico nella musica classica. «Mettere insieme musicisti da tutto il mondo - spiega il compositore - trasformando un'orchestra virtuale in qualcosa di concreto è una sfida stimolante che apre scenari inediti. You Tube è ormai la nuova frontiera della musica. Quando voglio scoprire un artista vado su You Tube».
Tra le sue influenze c'è anche Miles Davis. Cinquant'anni fa usciva Kind of blue, il più famoso e venduto tra i dischi di jazz. Una delle sacre reliquie di questo genere.
«Stiamo parlando di una pietra miliare del jazz del Novecento. Il disco perfetto. Davis è stato un innovatore, un solista rivoluzionario che nel mondo ha (fortunatamente, aggiungerei) lasciato migliaia di nipotini. Tra questi c'è Paolo Fresu, con il quale ho lavorato in passato. In lui ho ritrovato molto dello spirito e delle idee di Davis, compresa l'arte del silenzio».
Il filosofo franco-russo Vladimir Jankélevitch affermava che l'improvvisazione «è lo stato germinale del canto, la musica nascente», mentre in “Stile e Idea”, Arnold Schönberg scriveva che la «composizione è improvvisazione al rallentatore». Quanto conta l'improvvisazione nella sua musica?
«Conta parecchio, perché il germoglio di un'idea nasce da un momento irrazionale dove qualcosa di inaspettato muove il pensiero musicale, creando una scintilla».
Oggi un po' in tutti i campi mancano i grandi maestri. Persone come Luciano Berio, con cui lei si è formato, giusto per fare il nome di una personalità profondamente significativa.
«Devo ammettere che effettivamente incontrare veri maestri è sempre più difficile. Con Berio capitava di discorrere di musica anche quando si parlava di cucina o si osservava il volo degli uccelli».
In tempo di crisi, cultura ed evasione rappresentano beni rifugio. Dichiarare guerra agli sprechi anche in questo settore è sicuramente giusto, a patto però che a farne le spese non siano i lavoratori.
«È chiaro che i denari pubblici non vanno sperperati, soprattutto in un momento come questo. Usare però la scure in un settore che può dare grandi risposte anche sul fronte occupazionale, mi pare decisamente sbagliato. Oltre a un grande passato, l'Italia ha un presente culturale vivace che merita di essere tutelato. Pensare solo al cemento è sbagliato».
Che pensa della musica veicolata in televisione attraverso programmi come X Factor?
«È un'occasione per mettersi in mostra, anche se naturalmente non basta un programma per colmare le carenze che riguardano l'educazione musicale e il suo sviluppo».
CARLO ARGIOLAS

25/04/2009