Capita che a Belvì, un grande edificio rifatto di recente, con certificazioni in regola, mensa, anfiteatro, biblioteca e campo sportivo, sia tristemente vuoto. I ragazzi vanno a studiare in un altro paese: dimensionamento scolastico. Oppure, succede che a Cagliari, al liceo Euclide la palestra sia stata chiusa più di tre anni fa, dichiarata «inagibile», dopo che dal soffitto sono caduti dei pannelli di cartongesso. All'Eleonora d'Arborea l'altro giorno c'era un grosso topo in una classe, l'Artistico è orfano di sede, il Convitto di Sorgono non aprirà perché al “numero legale” mancano un paio di iscritti, a Iglesias stanno preparando un dossier sulla qualità delle loro scuole, in aggiunta ai dati che hanno già contribuito a ingrossare un documento nazionale intitolato #Sicuridamorire.
IL RAPPORTO La Sardegna sta meno peggio di molte realtà del centro sud del Paese, ma sul fronte edilizia, sicurezza e accessibilità delle strutture deve ancora fare parecchia strada. L'associazione Cittadinanzattiva ha presentato mercoledì scorso a Roma il XIV Rapporto sulla situazione delle scuole in dieci regioni. Nell'Isola, poco meno delle metà degli edifici (il 42,94%) non ha la certificazione di agibilità, il 35% è privo del Documento di valutazione dei rischi e del Piano d'emergenza. Ancora (secondo quanto riporta il ministero), il 19% risale a prima del 1960, il 27% è stato costruito tra il '61 e il '75 e il 47% dal '76 in poi. Le scuole più vecchie sono nella provincia di Nuoro (il 70% ha oltre quarant'anni), seguono quelle del Medio Campidano (il 60%), dell'Ogliastra (il 59%), di Carbonia-Iglesias (56%), Sassari (52%), Cagliari (39%), Olbia-Tempio (37%), Oristano (33%).
ALTRI DATI Non va tutto malissimo. Il 76% delle scuole sarde «si è dotato di accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche» (la media nazionale è al 71%); il 75% ha sistemi per la riduzione dei consumi energetici; il 60% è collegato con lo scuolabus. Poi, nel complesso del campione preso in esame risultano lesioni e distacchi di intonaco, segni di fatiscenza e finestre rotte, arredi danneggiati e sporcizia diffusa. Aggiunge il Rapporto - il 59% delle scuole ha distributori automatici di bevande che nell'89% dei casi contengono the, caffè, acqua minerale, succhi di frutta e bevande zuccherate e gassate; il 36% ha anche distributori di snack (merendine, biscotti farciti, barrette di cioccolata, patatine, popcorn). «In nessuna scuola è stata rilevata la presenza di distributori con prodotti naturali».
GLI STUDENTI «Moltissime scuole hanno problemi strutturali e sappiamo che la Regione sta investendo nell'edilizia ma, mentre si tappano le falle più evidenti, si cerca di risparmiare accorpando, e i disagi per i ragazzi sono enormi, per non parlare dei paesi che non hanno più servizi e stanno lentamente morendo», sottolinea Francesco Ara, dell'Unione degli studenti. «Le prime scuole che mi vengono in mente, dove ci sono i problemi maggiori, l'Artistico di Cagliari senza sede, il Pertini dove si fanno i turni, il liceo Euclide con la palestra inagibile da un sacco di tempo, il Convitto di Sorgono che per la mancanza di appena 4 studenti non aprirà, cinque scuole di Oristano rette tutte dallo stesso preside, e così via». Aggiunge un altro rappresentante dell'Uds, Riccardo Caocci: «È vero che con “Iscola” c'è un impulso a fare qualcosa per le nostre scuole, ma i fondi non sono gestiti nella maniera giusta: il dibattito, l'obiettivo politico, va esclusivamente nella direzione del dimensionamento, gli altri problemi sembra che non esistano. Il 7 ottobre torneremo in piazza per ribadire il nostro no alla “Buona scuola” di questo Governo».
LA REGIONE Il 19 settembre il presidente Pigliaru ha partecipato alla cerimonia di accoglienza degli alunni delle prime classi dell'Istituto comprensivo “Puxeddu” di Villasor-Nuraminis (uno degli 800 che hanno usufruito dei fondi di Iscola per interventi di messa in sicurezza e miglioramento) e ha ricordato che «l'istruzione è in cima alle nostre priorità e investiamo moltissimo perché le scuole siano luoghi sempre più sicuri, innovativi e accoglienti, sia dal punto di vista ambientale che da quello didattico».
LA CRITICA Dura la segretaria generale della Cisl, Oriana Putzolu: «Questa Giunta non riesce a dare alla Sardegna una prospettiva di sviluppo chiara e organica e neppure a risolvere i numerosi piccoli problemi contingenti dei sardi e dei territori. Tranne uno: esaltare “Sa Iscola”, quando la scuola sarda, quella di tutti i giorni, è allo sfascio. Così la percepiscono studenti, genitori e insegnanti».
Cristina Cossu