Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«La scarsa manutenzione delle condotte spesso è all'origine di danni e allagamenti»

Fonte: L'Unione Sarda
19 settembre 2016

L'ANALISI. Claudio Fenu, ingegnere: tubi e pozzetti sottodimensionati

 

 

 

Il nubifragio l'ha vissuto da spettatore. Claudio Fenu, 35 anni, ingegnere, del fenomeno e delle sue conseguenze ne dà soprattutto una lettura tecnica. Da esperto. «Assistiamo inermi», spiega, «ad allagamenti di interi quartieri, solitamente posizionati nelle zone del tessuto urbano con minor quota altimetrica, con danneggiamento di strutture ad uso collettivo e rovinosi fenomeni di deterioramento di manti stradali anche nuovi, come quelli accaduti proprio nella scorsa notte».
Perché i disastri dopo un temporale?
«Le ragioni sono diverse. Per quanto concerne le reti di smaltimento delle acque meteoriche esistenti da diversi decenni, è facile intuire che se il tessuto urbano delle nostre città è cambiato notevolmente negli ultimi 20 anni, si è modificata la permeabilità della superficie terrestre che accoglie l'acqua. Le coperture, le aree cortilizie cementate, le strade bitumate, i marciapiedi rivestiti con piastrelle di cemento, influenzano in modo determinante e negativo i calcoli delle portate, chiaramente aumentandole e richiedendo sezioni geometriche delle condotte sempre maggiori».
Le cause del collasso.
«Negli anni, ad un aumento delle portate, non c'è sempre stato un adeguamento delle sezioni delle condotte e dei pozzetti di raccolta».
Perché sono saltati l'asfalto a Sant'Avendrace e la pavimentazione in via Garibaldi?
«Spesso le cause degli allagamenti sono imputabili o a un sotto-dimensionamento della rete, o a una mancata manutenzione ordinaria delle condotte e dei pozzetti. Si sottovaluta l'effetto negativo dei rifiuti che si accumulano nelle caditoie stradali, ma se ci pensiamo un attimo, un piccolo cumulo di terra e carta può ridurre la sezione di una condotta, rendendola inadeguata a sopportare portate d'acqua straordinarie».
Reti troppo fragili?
«Tecnicamente le reti fognarie funzionano a pelo libero, il fluido scorre nel tubo non occupandone tutta la sezione. Un violento apporto d'acqua può trasformare queste reti in condotte in pressione, con conseguente riempimento dei pozzetti e il classico salto dei tombini. E si verifica spesso, durante questi fenomeni straordinari, il danneggiamento di opere stradali».
Pietro Picciau