Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zedda, cinque anni di sfide

Fonte: L'Unione Sarda
19 settembre 2016

Dalla conta dei danni causati dal tifone alle occasioni offerte dalla Città metropolitana

 

 

«Un radar aiuterà a integrare il sistema degli allerta meteo»

 

 

«I vasconi di Pirri non sono pensati per trattenere immensi volumi d'acqua», dice il sindaco Massimo Zedda ricordando la tempesta dell'altra notte. «Non a caso abbiamo avuto disagi in tutta la città». L'avvio del suo secondo mandato è avvenuto di fatto sotto il diluvio di venerdì, facendo registrare un'amara coincidenza: la mancanza, per l'ora dell'inaspettata bomba d'acqua che ha riversato in città e hinterland 50 millimetri di pioggia, di un adeguato allerta meteo. Zedda: «Innanzitutto, se abbiamo avuto problemi, significa che si è trattato di un evento eccezionale».
Quindi?
«In secondo luogo bisogna ripensare il sistema. Noi operiamo in relazione alle segnalazioni della Protezione civile, quindi dell'allerta meteo. L'altro ieri questo era addirittura verde. In pratica non c'era allerta».
Il tifone però è arrivato e c'è stato un collasso.
«I temporali improvvisi che determinano una pioggia torrenziale concentrata sono gli eventi più pericolosi. Stiamo constatando che sono sempre più frequenti».
Come prevederli e difendere la popolazione?
«Stavamo progettando uno studio, poi proposto dall'Università: un radar che nel raggio di 50 chilometri riesca a verificare la portata d'acqua della nuvola, quindi il carico che può scaricare. Un po' prima che la nube giunga sopra la città, i tecnici dovrebbero essere in condizioni di valutare il rischio».
Addio al tradizionale all'erta meteo?
«No, il nuovo integrerà il vecchio sistema».
I vasconi di Pirri sono un rimedio blando?
«Rappresentano il primo passo di un intervento più ampio che prevede l'investimento di 30 milioni. Prima non c'erano, noi li abbiamo realizzati. Servono a smorzare la forza dell'acqua contenendo i volumi».
Le vasche si riempiono in fretta.
«Come ogni intervento andavano valutati in condizioni di criticità. I tecnici hanno constatato che l'altezza raggiunta dall'acqua, per esempio in via Balilla e Ampere, se paragonata a quella raggiunta in altre occasioni, era inferiore rispetto al passato. Registro che nel lungomare Poetto e in via Sassari, dove siamo intervenuti con lavori, non c'è stato allagamento. Via Giommaria Angioi era invece un fiume».
È saltata una parte della pavimentazione in via Garibaldi e l'asfalto della nuova rotatoria di piazza Sant'Avendrace. Il Comune si tutelerà?
«Stiamo verificando se chiedere i danni alle imprese. C'è un caso di sollevamento stradale anche in via Sonnino».
Condotte malridotte?
«Non hanno retto i volumi. Per tutti gli episodi stiamo facendo accertamenti. Dove il Comune ha fatto recenti lavori di riqualificazione non è successo niente. Il corso Vittorio Emanuele, che accoglie tutta l'acqua di Stampace, ha resistito. Così il Bastione».
Ci saranno danni e disagi dopo ogni tifone?
«Finché non sarà completata l'opera di rifacimento dei sottoservizi».
Le priorità in avvio del suo secondo mandato.
«L'avvio della Città metropolitana, il confronto con i sindacati e le associazioni, la Confindustria, il mondo dell'impresa. Di questo, e dei punti inseriti nel programma elettorale, parlerò nelle prossime dichiarazioni programmatiche che presenterò al Consiglio».
Bis a palazzo Bacaredda con quali motivazioni?
«Fare bene il mio lavoro di sindaco. E poi, come si dice, l'appetito vien mangiando».
Cioè puntare la prua verso la Regione e poi Roma?
«Amo la mia città, il mare. A Roma si diventa dei numeri, e il legislatore alla Regione l'ho fatto per quattro anni».
La Città metropolitana è il luogo delle prossime sfide?
«Lì si promuoverà lo sviluppo della vasta area che ci circonda».
Come, con chi?
«L'Europa finanzia i grandi progetti pensati e proposti dalle Città metropolitane. Pensiamo soltanto alla mobilità, che vuol dire traffico ma anche collegamento metropolitano. Progettare spingerà i sindaci di una zona concentrata a ragionare su interventi strategici».
Servirà un cambio di mentalità.
«Occorrerà un lavoro quotidiano con le altre amministrazioni su una visione di insieme. Sì, siamo alla vigilia di un mutamento epocale».
I tempi.
«Il 23 ottobre voteremo per il Consiglio metropolitano, immediatamente dopo faremo la ripartizione dei beni e del personale dell'ex provincia. Poi ci sarà la firma del Patto per il Sud con la presidenza del Consiglio dei ministri. A quel punto, con i fondi annunciati di 168 milioni, comincerà la nuova sfida».
Quella attuale, a palazzo Bacaredda, l'ha lanciata con una squadra rinnovata di assessori. Adeguata?
«Ho fatto le scelte giuste. Lo percepisco dai rapporti che si stanno instaurando all'interno degli uffici tra assessori e dirigenti. Perché questo giunga all'esterno ci vuole più tempo».
Le tensioni in Aula sul ruolo dell'assessora Cilloccu nell'impresa di uno zio.
«È stato tutto chiarito durante la seduta consiliare dalla stessa Cilloccu. Nessun conflitto di interessi, ma una dimenticanza emersa dopo da una visura camerale».
I suoi rapporti con il Pd, partito guida della sua maggioranza.
«Buoni. Non esiste possibilità di vincere in qualsiasi città senza il Pd. Ovviamente si ragiona sui temi».
I suoi appunti critici al presidente della Regione Pigliaru sui ritardi dell'ex Marino hanno prodotto risultati?
«Nulla di personale, con Pigliaru. È vero che la Regione deve programmare ma i beni non devono essere lasciati in abbandono. Vale anche per lo Stato, e riguarda tutti gli immobili vuoti che abbiamo in città. Lo sottolineo perché se lo spazio dell'ex Marino non viene riqualificato, il cittadino non critica la Regione ma il sindaco».
Quale altro progetto, nel suo secondo mandato, varrà quanto la riqualificazione del Poetto?
«La sua connessione con Marina Picola, Sant'Elia, il porticciolo, lo stadio, il porto, le nuove linee della metropolitana».
Lo stadio sorgerà secondo i tempi?
«Con il presidente del Cagliari Giulini ci siamo visti anche l'altro giorno. Stiamo mantenendo la tempistica, come prevede la legge».
Sfuma però la vetrina olimpica.
« Ho cercato di contattare la sindaca di Roma Virginia Raggi nel periodo peggiore: la mia segreteria l'ha chiamata nei giorni delle dimissioni di un suo assessore. Le Olimpiadi sono un'occasione, perché rinunciarvi per paura di sbagliare?».
Pietro Picciau