LARGO CARLO FELICE. Infiltrazioni d'acqua, il Comune: «I lavori partiranno subito»
Vengono giù i soffitti dei bagni, e ora la chiesa di Sant'Agostino nel largo Carlo Felice non ha nemmeno più le carte in regola per mostrarsi a turisti e visitatori: solo grazie ai volontari, peraltro, che per passione aprono i cancelli. C'è anche il rischio di essere centrati da una delle pietre che si staccano dalla facciata, malgrado lo spazio di fronte all'ingresso sia protetto da una struttura di legno e metallo.
L'INCURIA In città il culto per Sant'Agostino viene da molto lontano, quasi quanto il disinteresse delle istituzioni pubbliche nei suoi confronti. Il che, per una chiesa che è tuttora proprietà dello Stato e - nelle aree esterne - del Comune, non è un particolare poco importante. L'incuria è la maledizione di quel luogo di culto, e lo colpisce costantemente.
LA VICENDA Molti decenni fa il Comune fece abbattere l'ex Mercato civico per fare posto alla Banca d'Italia e a un istituto di credito. Poi vendette la rettoria (Sant'Agostino fa in realtà capo alla parrocchia di Sant'Eulalia, sempre alla Marina), il chiostro e i bagni a un privato, che lì realizzò un asilo privato: se ne accorse il rettore di allora e di oggi, don Vincenzo Fois, quando nel 1979 riaprì la chiesa cinquecentesca che aveva ospitato, al suo interno e tra le opere d'arte danneggiate dalle pallonate, perfino un campo da pallavolo. Depredata di spazi, la chiesa si è ritrovata senza servizi igienici, indispensabili per riaprirla come luogo di culto. Il Comune li realizzò nell'unico rimasto dei quattro “torrini” che facevano da basamento alla copertura di vetro del Mercato civico che fu. I lavori di impermeabilizzazione eseguiti sul tetto di quel “torrino”, però, non evitano ora all'acqua di filtrare e bagnare i soffitti di cartongesso. Si sono gonfiati e piegati, ora rischiano di cadere sulla testa di chi entra negli uffici e nei bagni. A quel punto, il rettore della chiesa ha dato l'ordine: bagni chiusi, energia elettrica staccata in tutto il “torrino”.
I PERICOLI C'è poi un altro intervento che si attende dal Comune, di poco conto ma urgente: potare l'albero nel cortile, i cui rami grattano la parte di facciata della chiesa costituita da sassi: il ramo sfrega, i sassi cadono giù.
IL COMUNE «Controlliamo costantemente le mail in arrivo, ma non abbiamo avuto notizia di questa situazione», commenta l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Gianni Chessa. «Appena l'abbiamo saputo», aggiunge, «ho fatto un sopralluogo assieme ai tecnici comunali: non occorrono lavori consistenti sotto il profilo finanziario e interverremo immediatamente. Lo facciamo sempre, quando riceviamo mail di segnalazione, che in questo caso non è arrivata».
Luigi Almiento