LA PROCESSIONE
Sant’Efisio, arriva l’Unesco
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CAGLIARI.Adesso Cagliari la città è più tranquilla. Il plurisecolare voto a sant’Efisio è stato sciolto. “Efis nostru” ancora una volta - la 352esima - è stato portato a Nora, dove subì il martirio nel 303. I cagliaritani possono chiedere al santo che sia lui ora a stare ai patti, ad adoperarsi in cielo perché esaudisca l’antica preghiera: «Quanti fra di essi (sardi) - è l’invocazione del santo - saranno colpiti da malattia e verranno dove giace il mio corpo possano recuperare la salute... ed essere liberati dai mali». E arriva anche l’interessamento dell’Unesco, che pensa di inserire la manifestazione tra il «partimonio immateriale dell’umanità». Un voto adempiuto a “sa casteddaia”, davanti a un’invasione turistica senza precedenti. Sempre uguale e sempre diversa è la processione di fedeli, che in continuazione entra ed esce dalla chiesetta di Stampace, mentre le messe si susseguono. La piazzetta davanti alla chiesa del santo è il microcosmo cagliaritano più autentico, una bomboniera di tradizioni locali che accoglie tutti: preti giovani e monsignori che sbucano da tutte le parti; giovanotti e ragazzine affascinati da questo santo che per un giorno richiama più gente degli “Amici” di Marco Carta; anziani pronti ad accendere l’ennesima candela. Poi i turisti, molti: italiani e stranieri, europei e asiatici. Puntatina in chiesa poi di corsa sulle tribune o in prima fila, lungo strada, per iniziare il bombardamento fotografico a quel che l’Alziator definisce «il più colorato convegno di folklore di tutta l’Europa». In questo calendimaggio cagliaritano i turisti veneti, romani, piemontesi, tedeschi e giapponesi passano in rassegna, come in un “bignamino” tutta la storia dell’isola racchiusa in una sfilata lunga tre ore.