Il piano dell'Anci nazionale piace alla Regione. Scano: ma non basta
Due o tre persone ogni mille abitanti, un modello che in sostanza veda i sindaci in prima linea, «protagonisti», con una distribuzione basata sul criterio di proporzionalità che tenga conto delle dimensioni dei comuni ospitanti. Il punto principale del piano di accoglienza dei migranti proposto dal presidente dell'Anci nazionale al ministro dell'Interno piace alla Regione Sardegna - «siamo in sintonia», dice Angela Quaquero, delegata del presidente Pigliaru per la materia - ma trova in disaccordo l'Anci regionale: «Una più equa ripartizione è soltanto un pezzetto del problema», sottolinea Pier Sandro Scano, «ci sono molte altre questioni da affrontare, a cominciare dalle politiche di contenimento. E facciamo chiarezza sulle reali presenze: oggi i numeri sono assolutamente fasulli, basta guardarsi intorno quando usciamo di casa per capire che abbiamo sforato parecchio».
Siamo in piena emergenza, gli sbarchi proseguono, settembre sarà ancora caldissimo, Fassino, a nome dei sindaci italiani ieri ha incontrato il ministro Alfano e posto cinque condizioni: il criterio di proporzionalità, meccanismi premianti per gli enti locali, come il superamento del blocco delle assunzioni di personale, ancora, le persone ospitate devono essere impegnate in lavori socialmente utili e i comuni disponibili ad accogliere con il Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) non devono essere destinatari di ulteriori invii da parte delle prefetture. «Ora si tratta di tradurre questi punti in un progetto completo», ha sottolineato Fassino, che ha convocato tutti i presidenti regionali a Roma il 13 settembre.
«La Regione è assolutamente in sintonia», spiega Quaquero, «noi la chiamiamo micro accoglienza diffusa, ed è già da tempo l'idea su cui abbiamo impostato la nostra strategia. È una prassi già collaudata in altre regioni, particolarmente adatta alla situazione demografica e strutturale sarda». Prosegue Quaquero: «Molti sindaci concordano sul fatto che l'inserimento di piccoli gruppi di migranti nelle proprie comunità costituisca una risorsa. A fronte di alcune turbolenze comprensibili, specie dove non si è fatta opera di mediazione sociale parlando con la gente, ricordo che anche in Sardegna esistono esempi virtuosi».
Il presidente dell'Anci regionale, Pier Sandro Scano, non è per niente in sintonia. «Fassino sta portando avanti una linea condiscendente nei confronti del Governo, e se la Regione sostiene che il problema è la “mediazione sociale” sta sottovalutando la situazione. Basta con questa ipocrisia. La distribuzione tra comuni è soltanto un piccolo aspetto, dobbiamo piuttosto affrontare la questione che riguarda i numeri, l'emergenza deve essere risolta a livello europeo. Dobbiamo salvare tutti, ma non possiamo tenere tutti. E dobbiamo mettere in campo politiche di contenimento, con il diritto d'asilo, i tempi delle autorizzazioni, i rimpatri. Poi, c'è il nodo delle risorse. Se un comune accoglie riceve un finanziamento per due anni, e poi? Cosa succede? Queste persone vanno a carico dei servizi sociali?».
Dice Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia: «Il presidente della Regione non si nasconda, e rappresenti al Governo la necessità di uno stop degli sbarchi. Dirottare nell'Isola migliaia di persone dirette verso altre mete non risponde a nessuna esigenza umanitaria, ma è una cinica scappatoia politica di un Governo privo di un minimo di autorevolezza sul piano internazionale. Teorizzare una non meglio precisata micro accoglienza stride con la realtà dei fatti, con conseguenze sul piano dell'ordine pubblico e sanitario già evidenziate dalla stessa prefettura».
Cristina Cossu