Pigliaru: «Cinquecento persone in più rispetto alle quote per l'Isola»
Il sistema dell'accoglienza in Sardegna è al collasso. Lo ammette anche la Regione: con i 617 migranti in arrivo oggi a Cagliari (ore 8, molo Rinfuse del Porto Canale) l'Isola supererà di 500 persone la sua quota di presenze dei richiedenti asilo. «Siamo preoccupati», ha confermato il presidente Francesco Pigliaru, «e non capiamo perché continuino a essere portate in Sardegna persone che non vogliono restare». Non c'è solo il superamento della quota: «Non vengono presi in considerazione gli sbarchi diretti, cioè le centinaia di migranti approdati nelle coste del Sulcis». Non è finita: «A dodici ore dall'arrivo dei migranti», ha aggiunto Pigliaru, «non sappiamo quanti siano i minori a bordo. Un fatto grave: per i minorenni non accompagnati è prevista un'organizzazione specifica e complessa che non potremo attuare, non per colpa nostra».
IL NUOVO SBARCO Intanto la macchina dell'accoglienza è pronta per il nuovo sbarco. Rispetto a lunedì c'è una novità con il dietrofront da Roma, arrivato all'alba: l'imbarcazione diretta a Cagliari non è più la Siem Pilot con a bordo 1.100 migranti (dirottata al porto di Corigliano Calabro), bensì la nave militare irlandese James Joyce (al “debutto” nell'Isola) con 617 persone soccorse durante 40 operazioni coordinate dalla Guardia Costiera al largo della Libia. Il cambio di destinazione finale tra le due navi sarebbe dovuto a questioni di rotte e di “precedenze”. Probabilmente ha pesato anche lo sforamento della quota di migranti assegnata alla Sardegna: se fosse arrivata a Cagliari la Siem Pilot si sarebbe superato di 900 il numero di richiedenti asilo destinato all'Isola. Prefettura, Capitaneria di porto, Questura, le altre forze dell'ordine, Protezione civile, Croce rossa, Asl e tutti gli enti coinvolti nell'accoglienza, anche oggi saranno in prima linea davanti al dramma umanitario di un esodo senza fine. La Prefettura ha dovuto fare i salti mortali per individuare nuove strutture di accoglienza per dare un tetto ai migranti che oggi sbarcheranno in Sardegna. Si procede in uno stato di continua emergenza e per questo è già scattata l'ennesima procedura di interesse per trovare altre strutture da destinare all'accoglienza.
LA PREOCCUPAZIONE Pigliaru intanto ha fatto sentire la sua voce. «Siamo vivamente preoccupati», ha ribadito il presidente della Regione, «e ribadiremo al Governo, con forza, la necessità del rigoroso rispetto delle quote a noi assegnate, così come quella di metterci urgentemente nelle condizioni di lavorare a un adeguato progetto di integrazione. Resta comunque forte la perplessità sul fatto che continuino a essere portate in Sardegna persone che non vedono la nostra isola come meta accettabile del loro progetto di migrazione». La spiegazione l'aveva data un mese fa, in un incontro a Cagliari, il capo del dipartimento per l'immigrazione del ministero dell'Interno, Mario Morcone: «Non ci fa piacere mandare le navi con i migranti in Sardegna perché sappiamo che esistono problematiche. Ma non possiamo gravare sempre sugli stessi scali marittimi e territori della Penisola oramai allo stremo».
GLI SBARCHI Come se non bastasse, vanno avanti anche gli sbarchi diretti. In appena dodici ore sono arrivati nelle coste di Teulada e del Sulcis altri 69 migranti. Ai 27 nordafricani (tra loro anche una donna incinta) intercettati all'interno del Poligono militare di Capo Teulada lunedì notte, se ne sono aggiunti altri quindici, soccorsi da una motovedetta della Capitaneria di porto a bordo di un barchino al largo di Capo Teulada. Ieri mattina sulla spiaggia Le Dune sono stati intercettati altri 27 giovani migranti, anche loro probabilmente algerini. Fermati dai carabinieri della compagnia di Carbonia e delle stazioni di Giba e Teulada, sono stati poi accompagnati nelle strutture d'accoglienza del Cagliaritano. I due barchini usati per il viaggio della speranza sono stati sequestrati.
Matteo Vercelli