Da anni il Comune fa fronte a una lunga serie di citazioni a giudizio
Da una parte il Comune. Dall'altra le imprese e i comuni cittadini. In mezzo cause giudiziarie per 90 milioni di euro. Ci sono quelle molto vecchie, ma ancora in piedi, come la richiesta di risarcimento presentata dal consorzio di coop che ha sistemato il Sant'Elia per i Mondiali del 1990 e vuole 500.000 euro. Ci sono i contenziosi su somme a molti zeri e definiti «ad alto rischio di soccombenza» per il Municipio. Un esempio: quello per la costruzione del Parco della musica aperto con la De Sanctis, che chiede 12,5 milioni. Ma nella lista compaiono anche liti su cifre non quantificate, come l'ammontare dei danni causati alle case dai crolli sotterranei del 2008 intorno a piazza D'Armi: qui viene chiamata in causa anche Abbanoa, come per le lesioni alle palazzine di vico Sant'Efisio - il Comune pagherà 50 mila euro - per colpa delle perdite delle tubature. L'elenco delle cause è lungo ed è allegato al bilancio di palazzo Bacaredda.
LE GRANDI CAUSE La richiesta più onerosa arriva da un privato. Carlo Rais ha portato in giudizio il Comune per danni da inquinamento «causati dal canale di scarico costruito per il progetto di bonifica e risanamento dello stagno di Santa Gilla»: vuole 16 milioni e 296 mila euro. L'ufficio legale del Comune non aggiunge altro. Teme la sconfitta e lo scrive, invece, contro la De Sanctis, che pretende il pagamento delle riserve sui lavori del Parco della musica: «L'entità del risarcimento», si legge, «dipende molto dalle valutazioni del ctu (consulente tecnico d'ufficio, ndr), dalle quali il giudice difficilmente si discosta. Tuttavia, l'elevato importo richiesto in citazione (...) potrebbe portare a un risarcimento di entità elevata». Al quale vanno aggiunti gli interessi. E si parte da 12,5 milioni. Sedici sono invece i milioni chiesti dalla Safab Spa per lo stop dei lavori - contratto firmato nel 2005 - per la strada tra via Cadello e via San Paolo, attraverso Tuvixeddu. Sempre dal colle della necropoli è partita la richiesta di danni da parte della Eco Sabina Appalti Srl per «il ritardato avvio dei lavori, dell'andamento anomalo degli stessi e alla loro sospensione» per la costruzione del parco archeologico. Ma «la vertenza», scrivono dal Comune, «si inserisce nella nota questione dei vincoli imposti dal Ppr . Nel costituirsi il Municipio ha quindi contestato la sua responsabilità e chiesto il differimento della prima udienza per chiamare in causa la Regione». In ballo ci sono 3,3 milioni di euro. Un'altra richiesta a sei zeri - per 7 milioni e 180 mila euro, più spese legali e interessi - è quella della Progetto Casa Costruzioni. Lo scontro gira intorno al contestato palazzo di via Gallinara: il Comune sarebbe responsabile per «il risarcimento del danno subito dalla ricorrente a causa del legittimo affidamento ingenerato in merito alla realizzazione del fabbricato».
ALTRE CAUSE Capita che le cronache dei giornali non sbaglino. Il pasticcio piazza Maxia è sfociato in una causa, «relativa al contratto di affidamento lavori» alla Co.Sa.Co Srl, che chiede 912 mila euro. I lavori infiniti per la scuola Riva hanno portato un contenzioso con la Spera Costruzioni, che chiede 460 mila euro (più interessi) per debiti del Comune, che sarebbe anche responsabile della rescissione del contratto. Ha già vinto in primo grado e ha incassato 900 mila euro, ma chiede un altro mezzo milione la Opere pubbliche Spa - ora fallita - per il ponte dell'Asse Mediano su via Peretti. Ma i contenziosi sono anche tra enti. Il Tecnocasic pretende 7,5 milioni per «il pagamento, totale o parziale, di una serie di fatture degli anni 2002-2009».
Enrico Fresu