L’annuncio del regista: raggiunto il cinquanta per cento della quota minima per realizzare l’opera, seicentomila euro in totale
«Su Re», a settembre il primo ciak
Nel cast Gavino Ledda, Paolo Pillonca e l’anziano padre dell’autore
La sottoscrizione continua, attraverso contributi pubblici e privati: hanno aderito le Province di Cagliari e Nuoro e vari comuni, ma anche Paolo Fresu e Antonello Grimaldi
PAOLO MERLINI
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Il primo ciak è previsto all’inizio di settembre, e l’unica incertezza al momento riguarda il luogo: Fordongianus o Olzai. Giovanni Columbu ce l’ha (quasi) fatta: il suo prossimo lungometraggio, «Su Re», rilettura dei Vangeli in sardo, forse il primo esempio nella storia del cinema di un film coprodotto assieme ai futuri spettatori grazie a un’originale forma di sottoscrizione pubblica, ha raggiunto la soglia fatidica del cinquanta per cento del budget minimo necessario per l’intera opera, tale comunque da dare il via alle riprese. Dei seicentomila euro preventivati per «Su Re», infatti, la società produttrice Luches ora ha a disposizione la metà, trecentomila euro. A questa somma infatti ammonta l’impegno assunto dai soggetti privati e pubblici che hanno assicurato il proprio intervento. «Ora si tratta - dice Columbu - di tradurlo in atti formali, dunque attraverso delibere di spesa nel caso di amministrazioni comunali e provinciali».
È un Giovanni Columbu ottimista e fiducioso, colui che racconta l’avventura, per molti sinora ritenuta impossibile, del progetto «Su Re». Se ne saprà di più domani a Cagliari, in un incontro convocato per le ore 17,30 alla Camera di commercio, organizzato dal Cral dell’ente, al quale parteciperanno rappresentanti dell’Anci, l’associazione dei comuni, della Regione, del Comune di Cagliari e del mondo ecclesiastico.
Impegnato sul fronte burocratico della sottoscrizione pubblica, in questi mesi Columbu ha avuto comunque modo di occuparsi anche del film vero e proprio, dal casting alla scelta delle location sino ai provini. E trapela una prima lista di interpreti che non mancherà di attirare interesse sulla nuova opera del regista di «Arcipelaghi», il precedente lavoro del 2003. A cominciare da Gavino Ledda, lo scrittore di Siligo noto per «Padre padrone» che farà parte del cast e avrà un ruolo importante: quello di Caifa, capo del sinedrio che decise l’arresto di Gesù. Per Ledda un rientro sulla scena cinematografica a quasi trent’anni dal film «Ybris» che lo vide regista e protagonista. Come per «Arcipelaghi», Columbu ha scelto di non avvalersi di attori professionisti, o comunque non provenienti dalla «accademia». E così in «Su Re» ritroveremo Pietrina Menneas, già protagonista di «Arcipelaghi» (Premio Sacher 2003) ma anche attrice in un piccolo ruolo in «Ballo a tre passi» di Salvatore Mereu. Orgolese, diversi lavori nel suo passato, da postina a cameriera e infermiera, interpreterà Maria. Cristo, cioè Su Re, avrà invece il volto di un giovane di Ovodda alla prima esperienza cinematografica, Giovanni Frau. Sarà un Gesù atipico, almeno nell’aspetto, un po’ come il protagonista del Vangelo di Pasolini: avrà i capelli cortissimi e la barba appena pronunciata.
Le sorprese non finiscono qui. Perché anche l’ingrato ruolo di Pilato vedrà l’esordio di un personaggio noto, quanto distante dai set cinematografici: il giornalista, poeta e scrittore Paolo Pillonca, che sarà evidentemente a suo agio nel recitare in limba visto lo studio e la passione che da tempo riserva alla diffusione della lingua sarda. Una presenza di grande effetto, la sua, assicura chi ha potuto assistere ai provini.
Esordio cinematografico anche per un personaggio quasi centenario che fa parte a pieno titolo della storia della Sardegna: è Michele Columbu, classe 1914, deputato alla Camera e poi al Parlamento europeo, esponente di punta del Partito Sardo d’azione, autore nel 1948, quando era sindaco di Ollolai, della famosa «marcia su Cagliari» (a piedi, letteralmente) per far valere in Regione i diritti della Sardegna interna. Grazie a un flash back di circa otto secoli, Columbu senior (è il padre del regista) sarà Isaia e reciterà la terribile profezia sulla sorte di Gesù. Ma non è esattamente un ragazzo (per l’anagrafe, almeno, lo spirito è un’altra cosa), un altro sacerdote del sinedrio: il penalista Bruno Bagedda, già ufficiale nella campagna di Russia al fianco di Cicito Masala, avvocato difensore di Graziano Mesina poi, e tutt’ora in attività al foro di Nuoro dopo la conclusione di una complicata vicenda giudiziaria. Va detto che per Bagedda «Su Re» non sarà un debutto, perché è già comparso nelle vesti per lui non certo abituali di magistrato nel precedente film di Columbu, «Arcipelaghi». Questi i nomi trapelati, ma sicuramente il regista riserverà altre sorprese.
Sin qui il film, ma la vicenda della sottoscrizione resta un capitolo ancora apertissimo. Anzitutto perché le amministrazioni che hanno promesso il proprio impegno finanziario ora dovranno concretizzarlo con atti formali, dando così la possibilità alla troupe di dare il via alle riprese. Un contributo rilevante arriva dalla Provincia di Cagliari e da quella di Nuoro, ma anche dal Comune di Cagliari e da tanti altri comuni della Sardegna. Determinante su questo fronte, dice Columbu, il ruolo avuto dall’Anci e dal suo presidente Tore Cherchi nella sensibilizzazione attorno al progetto «Su Re». E così quello svolto dalla Fasi, la federazione dei circoli dei sardi sparsi nel mondo, attraverso l’invito rivolto dal presidente Tonino Mulas. Anche la Regione dovrebbe fare la sua parte: visto lo stallo della legge regionale sul cinema, ancora bloccata in commissione cultura nella sua concreta applicazione, è allo studio una soluzione che potrebbe garantire finanziamenti attraverso l’acquisizione del film una volta realizzato nella «Digital Library» appena inaugurata dal presidente Soru. Ma la sottoscrizione ovviamente è ancora aperta, anzi apertissima (i particolari per aderire nel sito www.filmsure.it). Con 100 euro si diventa soci sostenitori, con 1000 produttori associati (tra i tanti che hanno aderito, Paolo Fresu e Antonello Grimaldi). Va ricordato che le norme contenute nell’ultima finanziaria consentono di detrarre sino al 40 per cento i contributi versati. L’obiettivo dei seicentomila euro (il budget minimo per concludere il film) è comunque ancora lontano: per adesso, spiega Columbu, se non subentreranno altre risorse, si prevede di recuperare i restanti trecentomila dalla devoluzione dei compensi, le cosiddette carature di produzione. Cioè dalle quote di quanti a vario titolo lavoreranno nel film che verranno tramutate in «azioni» della coproduzione.