Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A Palazzo Bacaredda i duelli con Concas e la Giunta di amici

Fonte: L'Unione Sarda
28 luglio 2016

 

 

Mariano Delogu diventò sindaco il 26 giugno del '94, quando si votò per la prima volta con la legge 81 che prevedeva l'elezione diretta del sindaco. Sull'onda lunga dell'ascesa di Berlusconi, il centrodestra cagliaritano capì che avrebbe potuto conquistare il capoluogo e puntò sul sicuro. Delogu accettò la candidatura ma a una condizione: “Nessuna pressione nella formazione della Giunta, decido io i nomi”.
I partiti del centrodestra, ansiosi di insediarsi nella stanza dei bottoni, gli dissero sì, pensando, forse, di riuscire successivamente a intrappolare il sindaco nella solita ragnatela dei veti incrociati. Mal gliene incolse. Mariano, una volta eletto con una larghissima maggioranza, alle parole fece seguire i fatti e, saltando a piè pari la fase delle trattative tra i partiti vincitori, tirò fuori la lista degli assessori, tutti tecnici, professionisti di alto livello, di specchiata onestà. E i partiti dovettero bere l'amaro calice.
Qualcuno gli contestò il fatto che fossero tutti suoi amici. Delogu rispose con un'alzata di spalle: «Certo che lo sono, mi fido di loro. Ma certo non sono entrati in Giunta per arricchirsi».
E in effetti, Carlo Porceddu, Emanuela Abis, Gianni Filippini, Sandro Cosentino, Gianni Mattu, Emilio Pani, Carlo Pintor e Mario Pinna trascurarono la loro remunerativa attività professionale per gettarsi anima e corpo nella nuova avventura, per poi lasciare la politica una volta esaurito l'impegno con il loro amico Mariano. Fu un'amministrazione efficiente, propositiva, attenta ai problemi delle persone, che valse a Delogu la scontata rielezione nel '98. In maggioranza non mancarono i ribelli (tre o quattro di Forza Italia) che Delogu liquidò con un ironico “sono ragazzi, lasciamoli fare”.
Epici i duelli dialettici con un altro insigne avvocato, Luigi Concas, che alla guida di una lista civica venne sonoramente battuto da Delogu (miglior sorte non toccò al candidato della sinistra Carlo Ciotti). Il sindaco, al culmine degli scontri in aula con l'amico-rivale di tante battaglie giudiziarie, amava ricordare la “percentuale da prefisso telefonico” raccolta dalla lista del collega.
Delogu era particolarmente sensibile all'etica del governare. Una volta, durante un'intervista, gli contestai la nomina di un assessore a mio avviso non particolarmente capace. Egli ammise le difficoltà del collega di giunta ma precisò: «È un settore delicato, dove rubare è facile. Forse è inesperto ma è di provata onestà. Preferisco uno che sbaglia a uno che ruba».
E per evitare trappole, non riceveva persone sospette. Se proprio doveva vedere qualcuno che non conosceva, chiamava nella sua stanza il fidato capo di gabinetto, Francesco Cicero, in qualità di testimone inattaccabile.
Questo è stato Mariano Delogu sindaco.
Ivan Paone