La Ponce ancora Esmeralda in “Notre Dame”
I l primo amore non si scorda mai si sa. E Lola Ponce, bella e sensuale artista argentina, da quel primo amore è tornata dopo 14 anni. Si chiama Esmeralda, la gitana frutto della penna di Victor Hugo e alla quale nel 2002 lei, l'artista di origine italiane, diede volto e voce nell'opera moderna “Notre Dame de Paris”. Fu Riccardo Cocciante a sceglierla per uno spettacolo entrato di diritto nella storia dei musical e che dal 6 al 10 agosto tornerà a Cagliari, all'Arena Sant'Elia.
Da quel lontano 2002 il tempo sembra essersi fermato, «È vero, a parte il fatto di essermi sposata, con l'attore Aaròn Diaz, e di avere due figlie». E oggi dopo una fortunata carriera l'artista è tornata a quel personaggio che le ha regalato le luci della ribalta e l'entusiamo del primo amore.
Veste di nuovo i panni di Esmeralda, quanto è grande l'emozione?
«Enorme, a tratti molto più del passato perché questo ritorno ha superato tutte le aspettative. Ci sono persone che ritornano a vederci dopo quattordici anni. È uno spettacolo che ha cambiato le loro vite, le nostre: un'esplosione di passioni, di energia e di amore che viviamo ogni sera».
Ha detto: «Io ed Esmeralda siamo un'unica cosa». Lo pensa ancora?
«Esmeralda fa parte della mia vita e ne farà parte per sempre. Il rispetto nei confronti della vita è una cosa che ci legherà eternamente. È una donna che ha in sé molte sfumature: la libertà, la fede, la forza, il dolore e la felicità».
Quanto è stato importante questo ruolo nella sua carriera?
«È stato come entrare a far parte della migliore scuola artistica. Avevo vent'anni quando ho interpretato questo ruolo per la prima volta, mi ha formato come artista. È un personaggio che mi spinge ad andare sempre oltre».
Da allora quanto è cambiata e che insegnamenti si porta con sé?
«Esmeralda mi ha insegnato a credere nei valori fino alla fine. Per il resto ho creato una famiglia e questo mi ha permesso di dare ancora più valore alle cose».
Artista, moglie, mamma.
«La maternità mi ha dato qualcosa che mi mancava profondamente: ho realizzato il sogno di innamorarmi perdutamente di un uomo e l'ho coronato con due figlie. Loro mi hanno migliorato. Vivono immerse nel nostro mondo. Occorre coltivare le passioni, integrarle dentro la vita dei nostri figli».
Un sogno nel cassetto?
«Qualcuno scrisse su di me: “Facci sognare Lola”, questo è il mio sogno, continuare a farlo».
Simona Arthemalle