PIAZZA MATTEOTTI.
Ricoverato in ospedale il leader salviniano Caruso
Alla fine, solo alla fine, il “pranzo meticcio” di solidarietà con i migranti si è fatto, ieri in piazza Matteotti. In ritardo per via di imprevisti forse non del tutto imprevedibili, ora oggetto di indagine giudiziaria, e senza tavolini per non avere noie con le forze dell'ordine: la manifestazione del Coordinamento antifascista cagliaritano non era stata comunicata preventivamente alla Questura. Un pranzo, inoltre, senza la contemporanea manifestazione che Noi con Salvini aveva organizzato precedentemente nello stesso spazio, ma in questo caso contro la presenza dei migranti: venerdì la Questura aveva però dirottato in piazza del Carmine il movimento salviniano, che a quel punto aveva rifiutato lo spostamento e revocato la manifestazione.
L'AGGRESSIONE Non tutto è andato liscio, proprio come si temeva, malgrado la presenza delle forze dell'ordine: la Digos indaga sull'aggressione con schiaffi, botte alla testa e insulti denunciata da Daniele Caruso, coordinatore regionale dei salviniani, che verso le 11.30 si è presentato in una piazza orientata politicamente in maniera assai diversa. Quando ha iniziato a fare riprese video, si legge in una nota stampa di Noi con Salvini, Caruso «è stato inseguito e aggredito dai militanti dei centri sociali ed è stato portato al pronto soccorso in ambulanza». Ora è ricoverato con una prognosi di dieci giorni per “trauma esplosivo a un timpano”. Subito gli è giunta la solidarietà di Ugo Cappellacci a nome di Forza Italia e di Fratelli d'Italia-An. Italia Unica, appreso che stanno per arrivare in città altri migranti, chiede invece al sindaco Massimo Zedda e al presidente della Regione Francesco Pigliaru risposte sulla situazione di igiene pubblica in piazza Matteotti e progetti di integrazione per gli stranieri.
PIAZZA CONTESA Caruso e i suoi, nella nota, accusano dell'aggressione i centri sociali, e spetta ora alla Digos (i cui agenti, peraltro, si sono subito frapposti tra Caruso e i manifestanti) stabilire come siano andate le cose. A quanto pare, gli investigatori stanno facendo accertamenti sull'aggressione contro Caruso, ma anche sulla sua presenza nella piazza malgrado le prescrizioni ricevute dal questore fossero molto chiare: non doveva essere lì. La manifestazione di Noi con Salvini - se mai si fosse tenuta - si sarebbe dovuta svolgere in piazza del Carmine e le due iniziative non avrebbero dovuto avere punti di contatto. La Questura aveva prescritto a Caruso e ai suoi di trasferire in piazza del Carmine l'iniziativa dei salviniani (a quel punto, revocata dagli stessi organizzatori), in quanto in piazza Matteotti «mancano mattonelle e ci sono radici sporgenti» (questa la motivazione ufficiale). Alla fine l'iniziativa di risposta è rimasta l'unica in campo, ma Caruso ha deciso di recarsi comunque nella piazza che il questore aveva precluso a lui e ai salviniani. L'aggressione è stata fulminea, e ora la Digos conduce due indagini parallele.
IL PRANZO A parte le rivalità tra gruppi politici opposti, resta il pranzo solidale di ieri, ma soprattutto restano i migranti nel bivacco di piazza Matteotti: sono quelli che hanno rifiutato di fornire le impronte digitali e attendono ugualmente, in un modo o nell'altro, di poter lasciare la Sardegna e raggiungere un altro paese europeo, spesso la Germania. Una situazione esplosiva per l'igiene pubblica, il bivacco nella piazza di fronte al Municipio, e anche indecorosa: prima di tutto per gli stessi migranti, ma anche per la città, chi la abita e chi la visita. Nessuno la risolve.
Luigi Almiento