Hanno lasciato i centri d'accoglienza e sono diventati “fantasmi” privi di documenti
In un anno e tre mesi in Sardegna sono sbarcati novemila migranti. La grande maggioranza arrivati al porto cittadino dopo il soccorso al largo delle coste della Libia. Alcune centinaia di cittadini stranieri hanno invece raggiunto il sud dell'Isola a bordo di barchini. Al 18 luglio gli ospiti nelle strutture di accoglienza delle province sarde, secondo i dati del ministero delle Politiche sociali, sono 3.712. Dove sono finiti dunque gli oltre cinquemila migranti approdati in Sardegna? Diversi sono stati portati in altri centri di accoglienza della Penisola per poi proseguire il loro percorso verso altri paesi d'Europa. Altri hanno ricevuto lo status di rifugiato. In tanti, si stima almeno tremila, sono diventati “fantasmi”: persone in una “zona d'ombra”, senza identità, documenti né assistenza.
GLI ARRIVI Nel 2014 gli arrivi nelle coste meridionali sarde erano stati appena 134: migranti sbarcati su barchini soprattutto lungo la costa di Teulada. L'anno dopo il numero è esploso: poco meno di seimila sbarchi (5.982) dovuti all'approdo delle navi con i migranti soccorsi al largo delle coste libiche. Undici sbarchi programmati. Il resto (poco meno di duecento) sono riusciti a raggiungere l'Isola sui soliti barchini, rischiando la vita durante la traversata. Nel 2016, in sette mesi, sono stati più di tremila gli arrivi (3.092) con sei soccorsi sempre coordinati dalla centrale della Guardia costiera. Circa 130 migranti si sono invece affidati ai barchini per lasciare le coste del nord Africa e arrivare in Sardegna con la speranza di poter poi sparire e dirigersi verso il nord Europa.
MIGRANTI ECONOMICI La maggioranza dei migranti soccorsi, dopo lo sbarco, si fa identificare. Scatta così la procedura per il riconoscimento dello stato di “rifugiato”. L'immenso lavoro della commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, però, certifica che appena il 2-3 per cento dei richiedenti ha le condizioni per poter essere dichiarato un rifugiato. Gli altri sono quasi sempre migranti “economici”: non scappano da guerre o da persecuzioni, bensì fuggono dai loro Paesi per le estreme condizioni di povertà, in cerca di un futuro migliore.
I FANTASMI Nel 2015 la commissione territoriale ha esaminato 2.300 domande: appena 53 cittadini stranieri hanno ottenuto lo status di rifugiato. Appena 79 i casi di protezione sussidiaria, 230 quelli umanitari. Le altre richieste sono state respinte: esattamente l'83 per cento delle pratiche analizzate. Le percentuali non hanno subito grandi modifiche in questi primi mesi del 2016: la commissione ha proseguito nell'analisi delle altre 1.436 richieste, cui si sono aggiunte quelle degli sbarchi del nuovo anno (più di duemila). Così i tanti migranti (diverse migliaia) ai quali è respinta la domanda per lo stato di rifugiato presentano ricorso e devono aspettare in una zona d'ombra. Tanti decidono di proseguire il cammino verso la Penisola o il Nord Europa trasformandosi, di fatto, in “fantasmi”. Il numero è praticamente impossibile da ufficializzare. L'anno scorso in piazza Matteotti sono passate alcune centinaia di persone che non si sono mai fatte identificare: hanno lasciato la Sardegna senza farsi fotosegnalare, grazie a un riconoscimento ufficioso per poter così acquistare un biglietto per salire sul traghetto per Civitavecchia. È la speranza dei sessanta migranti disperati accampati davanti al Municipio. Gli stranieri che escono dal sistema di accoglienza provengono soprattutto da Nigeria, Senegal, Bangladesh e Pakistan. Fanno perdere le tracce oppure vivono in situazioni di irregolarità, rischiando l'espulsione dall'Italia. I provvedimenti, però, spesso restano solo sulla carta e i rimpatri, molto costosi, sono rarissimi.
Matteo Vercelli