Sospeso il verdetto della Corte di Giustizia europea: torna il sereno per 900 aziende sarde
Le 900 aziende sarde che gestiscono gli stabilimenti balneari nell'Isola sono salve. Con un emendamento al Ddl sugli Enti Locali, approvato l'altra sera in Commissione Bilancio, il Governo sospende la sentenza della Corte di Giustizia europea che aveva detto "no" alla proroga automatica delle concessioni demaniali fino al 2020, stabilita dall'Italia. Una decisione che rischiava di mettere sulla strada tutti gli operatori (oltre 5.000 persone in Sardegna) a partire dal primo ottobre 2016, dal momento che la scadenza naturale è fissata per il 30 settembre. Sei giorni fa la Corte di Lussemburgo aveva stabilito l'impossibilità di rinnovare automaticamente le concessioni (scelta adottata dal Governo in attesa di una legge di riordino del sistema) e la necessità di rimettere in circolazione le concessioni attraverso bandi aperti anche a operatori stranieri.
«Con l'emendamento, tutte le concessioni demaniali, marittime, e fluviali sono valide fino al 2020 in attesa che lo Stato legiferi con una norma di riordino del sistema», spiega Gianluigi Molinari, coordinatore regionale della Fiba, la federazione dei balneari aderente alla Confesercenti.
La scelta del Governo, spiega il ministro per gli Affari regionali e Autonomia Enrico Costa è giustificata dalla necessità di «garantire certezza alle situazioni giuridicamente in atto». In pratica, il ragionamento dello Stato si può sintetizzare in questo modo: nell'attesa di mettere ordine con una legge al sistema delle concessioni balneari, occorre garantire continuità lavorativa e professionale alle 30.000 aziende che operano in Italia, 900 in Sardegna con un volume d'affari di circa 50 milioni di euro l'anno. «Senza l'intervento del Governo, sarebbe stato il caos», spiega ancora Molinari, «da ottobre saremmo stati tutti in strada senza nessuna certezza sul futuro». Il punto più importante, aggiunge, «è che il demanio non è una risorsa commerciale della quale si può disporre in questi termini. Se si fossero messe a bando le concessioni, aprendo anche agli stranieri, è evidente che tutto sarebbe stato basato sulla logica dell'offerta economica». Invece, «quando riceviamo la concessione, lo facciamo dietro l'impegno, pena sanzioni, di offrire dei servizi», come gli ombrelloni, i servizi igienici, le aree dedicate ai baby parking, etc.
Per le imprese sarde il provvedimento del Governo ha un'importanza particolare. Lo spiega Gianluigi Molinari: «Trattandosi di aziende per la maggior parte a conduzione familiare, il caos sarebbe stato enorme».
Per il momento, quindi, tutti salvi. «Adesso possiamo lavorare col Governo in serenità e dare il nostro contributo a una legge di riordino del sistema», dice ancora Molinari. Da sempre la proposta della Fiba è quella di lavorare sul doppio binario: ovvero confermare le concessioni per le aziende che già operano, e mettere a bando quelle nuove.
Plauso al provvedimento del governo arriva anche da parte degli albergatori: «Apprezziamo la concretezza e la tempestività dell'intervento», dice il presidente nazionale di Federalberghi Bernabò Bocca. «Chiediamo che il recepimento delle disposizioni comunitarie tenga conto anche della condizione in cui operano gli alberghi».
Mauro Madeddu