Parla il neo assessore ai Lavori pubblici e si dice favorevole a una nuova moschea
«Siamo dentro una coalizione con un programma preciso. Il resto sono chiacchiere». Gianni Chessa è il timoniere che ha condotto il partito sardo d'azione nel centrosinistra, sotto il fuoco incrociato di malpancisti e sconfitti. Il sette e rotti per cento raccolto nelle urne gli ha consentito di portare in dote la vittoria di Massimo Zedda al primo turno.
Cinquantacinque anni, ex esponente dell'Udc ed ex assessore della Giunta di centrodestra di Emilio Floris, è dipendente della maxi azienda sanitaria Brotzu. Conosce a menadito le critiche di una fetta dello schieramento: «Non ho tempo per occuparmi di queste cose, ho tanto da fare».
Da destra a sinistra: perché?
«Oggi sono categorie defunte, un modo antico di distinguere chi fa politica. La gente ti vota perché ti conosce e si fida di te o, viceversa, non ti dà la sua fiducia. Prima delle elezioni abbiamo fatto un accordo politico basato sulle cose da fare. Il Psd'az ha ritenuto di dare fiducia a un sindaco che ha già fatto tanto per Cagliari».
Soddisfatto del risultato elettorale?
«Di più non potevo pretendere».
La infastidisce essere guardato con sospetto da certi settori del centrosinistra?
«Non mi interessa, preferisco andare avanti. Dobbiamo lavorare assieme, sospettosi e non, ormai siamo una coalizione che ha tanti impegni. Penso che qualcuno abbia un pizzico di invidia, a destra e a sinistra, per il nostro successo. Per me però è già una fase superata».
Ha gradito la delega ai Lavori pubblici?
«È una bella soddisfazione, ho una vera passione per i Lavori pubblici. Spetterà a me dare continuità al grande lavoro fatto da chi mi ha preceduto. Non posso che ringraziare il sindaco per la fiducia riposta in me, farò di tutto per dare il massimo. Ne approfitto per dire ai cittadini che capisco i disagi che potrebbe portare con sé la realizzazione di un'opera, ma sia chiaro che i lavori vanno fatti, sempre, per il bene di tutti».
Dieci anni fa sostenne che a Molentargius si potevano spostare i fenicotteri di cinquanta metri per far posto a una catena alberghiera. Lo pensa ancora?
«Era una metafora. Dissi che era meglio un pollo oggi che un fenicottero domani, nel senso che bisognava dare lavoro ai disoccupati. Alcuni - pochi per la verità - mi attaccarono, tantissimi cittadini invece capirono che volevo valorizzare l'ambiente, senza cementificare, anche perché lì è tutto vincolato. Spero che almeno le nuove generazioni recepiscano il messaggio culturale, voglio una politica del fare nel rispetto delle leggi urbanistiche. Ci sono 182 mila disoccupati nella provincia, cosa vogliamo fare per loro? Io dico che devono produrre ricchezza i tesori che abbiamo. Ecco, in questo senso è doveroso creare un'economia attorno al parco popolato dai fenicotteri. Non c'è più industria pesante, le assunzioni segnano il passo, molti giovani vivono grazie alle pensioni di genitori e nonni, come creiamo nuovi posti di lavoro? Chiedo scusa se questo ragionamento ha offeso la sensibità di qualcuno».
Cos'è mancato al centrodestra?
«Il centrodestra. Sono divisi, senza un progetto: pocos y mal unidos ».
La tabella di marcia dei Lavori pubblici?
«Scuole, cimiteri, piazze, edilizia popolare. Il piano triennale sarà aggiornato a settembre».
Cosa cambierà?
«Cagliari ha la necessità di dotarsi di un palazzetto attrezzato per i concerti, progettato per questo scopo, che ospiti almeno dieci-quindicimila spettatori. Non è possibile che i grandi appuntamenti possano essere organizzati solo d'estate».
Impianti sportivi?
«A Mulinu Becciu, quartiere periferico, ci sarà un nuovo piccolo stadio con il campo in sintetico. Il vecchio borgo di Sant'Elia avrà finalmente il campo di calcio a norma. Opere che il psd'az aveva già sostenuto quand'era all'opposizione perché erano un valore aggiunto».
Le scuole cadono a pezzi.
«Ho chiesto agli uffici il monitoraggio degli edifici di nostra competenza per programmare gli interventi. In alcuni c'è eternit: risolveremo subito il problema».
Il suo assessorato ha competenze anche sulle chiese. Si parla da tempo di costruire una moschea: d'accordo?
«Niente in contrario: sono cattolico e rispetto tutte le religioni. La decisione però spetta al Consiglio comunale. Di sicuro non sarò un ostacolo».
Una grande opera pubblica di cui la città ha assolutamente bisogno?
«Un grandissimo acquario, costruirei il più grande al mondo. Sarebbe un richiamo turistico per proiettare Cagliari nella top ten delle città turistiche».