La Giunta riconosce 30mila euro extra a quasi tutti per le performance organizzative 2015
Inefficienza, tempi biblici del burosauro pubblico, difficoltà per cittadini o imprese ad avere risposte: macché, in Regione non esistono.
E se ci sono la colpa non è dei direttori generali di assessorati, agenzie e servizi vari. Per loro è arrivato il premio di risultato: il massimo possibile, 30 mila euro, elargito a 29 massimi dirigenti su 30 dell'ente di governo della Sardegna. Viene da chiedersi se e cosa abbia sbagliato Antonio Mascia, al vertice delle Politiche sociali, unico tra i colleghi a essere destinatario di “soli” 24 mila euro. Gli altri hanno fatto l'en plein: nel 2015 non potevano fare di meglio. Lo ha stabilito l'Organo indipendente di valutazione (Oiv), che ha passato le schede con i voti alla giunta, che l'8 luglio ha stabilito: “Dalla relazione emerge che la performance organizzativa dell'amministrazione regionale rispetto agli obiettivi contenuti nel Programma di sviluppo è stata complessivamente molto positiva” e “al massimo livello nonostante le difficoltà dovute al complesso processo di riassetto intervenuto”. Dalla delibera dell'esecutivo presieduto da Francesco Pigliaru emerge anche che il complesso sistema di valutazione, per l'anno prossimo, dovrà essere rivisto. Magari con una maggiore capillarità dell'analisi dei risultati pratici raggiunti. Intanto, per il 2015 i giochi sono fatti e paga il banco: 894 mila euro. Oltre, ovvio, ai già lauti stipendi.
IL SISTEMA La legge perno del sistema di premialità è del 1998, ma solo nel 2014 viene introdotto l'articolo - l'8 bis - che stabilisce chi e come, tra i direttori generali, dovrà goderne. Nella norma c'è una certezza: i parametri di decisione “sono improntati a criteri di merito e di selettività tali da evitare la distribuzione di incentivi in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi”. Ecco, si voleva evitare che tutti ricevessero il massimo senza colpo ferire. I principi sono, ad esempio: l'effettivo “grado di attuazione di piani e programmi, nel rispetto dei tempi previsti”, “il grado di difficoltà delle funzioni effettivamente esercitate”, “il raggiungimento di specifici obiettivi individuali”. A stabilire se i direttori generali hanno ben fatto o no è l'Oiv. Che per la Regione è stato nominato a settembre dell'anno scorso. I componenti sono Marta Onorato Totozani, Elena Sala e Michele Rossino. Hanno consegnato le loro valutazioni il 30 marzo, integrate il 6 maggio. Dopo due mesi ecco il via libera della giunta regionale. “La verifica”, dice una nota di viale Trento inviata il giorno dell'approvazione, “è un aspetto essenziale per migliorare l'efficienza dell'apparato amministrativo e assicurare ai cittadini e alle imprese migliori servizi”.
I PREMI La colonna “retribuzioni di risultato” è una sfilza di “30.000 euro”. Lordi. La cifra massima. Detto del più sfortunato Mascia, gli altri sono più che promossi. Ci sono tutti, anche i direttori generali di settori che finiscono nelle cronache per contestazioni o disservizi: Michela Melis (Comunicazione), Antonina Scanu (Beni culturali), Elisabetta Schirru (Pubblica istruzione), Edoardo Balzarini (Lavori pubblici), Paola Zinzula (Ambiente), Antonella Garippa (Audit programma Fesr-Fse), Graziano Nudda (Protezione civile), Roberto Saba (Industria), Anna Catte (Enpi), Sebastiano Piredda (Agricoltura), Antonella Giglio (Enti locali), Gavino Diana (Corpo forestale), Roberto Silvano (Distretto idrografico), Gabriella Massidda (Trasporti), Antonello Pellegrino (Affari generali), Elisabetta Neroni (Urbanistica), Marcella Marchioni (Servizi finanziari), Gianluca Cadeddu (Programmazione), Alessandro De Martini (presidenza), Sandra Trincas (Area legale), Maria Giuseppina Medde (Personale), Mauro Cadoni (Turismo), Eugenio Annichiarico (Lavoro), Giuseppe Sechi (Sanità), Raffaele Cherchi (Agris), Gianni Ibba (Argea), Maria Ibba (Laore), Giorgio Cicalò (Conservatoria delle coste) e Massimo Temussi (Agenzia del lavoro).
Enrico Fresu