“Se il problema fossero le mie dimissioni, sarebbe ben poca cosa. Sono a disposizione del congresso e della direzione che forse alcuni compagni farebbero bene a frequentare di più. Non mi pare questo il problema”. Lo afferma, in una intervista a Repubblica, il coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni, dopo l’appello del Sindaco di Cagliari Massimo Zedda e di altri 300 esponenti di Sel-Sardegna che, in tre pagine di lettere, chiedono di lasciare gli incarichi a quanti hanno aderito a Sinistra Italiana. Leggi qui il documento.
“Con i risultati elettorali bisogna sempre fare i conti – spiega Fratoianni – sono stati certo al di sotto di quelli sperati. Ma la soluzione non può essere il ritorno a un centrosinistra astratto come se non ci fossero state le politiche contro le quali ci siamo battuti in questi anni. È una questione di merito, la loro è una rimozione psicologica“. E ancora: “Non fanno un cenno al Jobs act – afferma -, non fanno cenno alla riforma costituzionale, alla Buona scuola, allo Sblocca Italia. Sono quelle le politiche contro le quali abbiamo costruito una prospettiva di sinistra e alternativa al Pd e al governo Renzi. Per far cosa, ora? Per tornare indietro? Sono io che vorrei fare una domanda a Zedda: cosa voterà al referendum di ottobre?”. Il sindaco di Cagliari è “convinto anche lui come noi che la riforma vada cancellata, che questo governo vada sconfitto, come pensa di condurre questa campagna referendaria? Perché quello snodo è decisivo. Lui che ne pensa?”.