Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Chiamateli pure mostri sacri del jazz Mercoledì a Cagliari concerto da ricordare

Fonte: L'Unione Sarda
15 luglio 2016

Scofield-Mehldau-Guiliana

 

 

 

D ici John Scofield e pensi al chitarrista che Miles Davis volle con sé dal 1982 al 1985, dopo averlo ascoltato per la prima volta al Keystone Korner di San Francisco. Al maestro della sei corde dal gusto spiccatamente bluesy, tra i più influenti del jazz moderno.
Dici Brad Mehldau e pensi al pianista che negli ultimi vent'anni ha stregato platee e critici di tutto il mondo. A colui che ha trasfigurato in chiave jazzistica classici del rock e del pop con uno stile oggi super imitato.
Dici Mark Guiliana e pensi al drummer poderoso e creativo che David Bowie ha voluto al suo fianco per l'album-testamento “Black Star”, e che a ogni uscita colpisce per lo sviluppo di una tecnica ragionata non fine a se stessa che riscatta il batterista dalla funzione di mero accompagnamento assurgendo a musicista a tutto tondo.
Tre solisti di gran pregio, onnivori, creativi, che hanno fatto dell'attraversamento dei generi, uno dei tratti distintivi dei proprio percorso e che l'altra sera erano sul palco del Conservatorio di Cagliari per firmare l'appuntamento più atteso dell'European Jazz Expo, che oggi conclude la sua corsa con il consueto passaggio di testimone tra eventi letterari e musicali nelle piazze San Domenico e San Giacomo. Davanti a una platea attenta ed entusiasta, Scofield e compagni hanno dato vita a percorsi godibili e variegati tra tappeti synth, pulsioni funky, battiti blues, rimandi reggae, colori country, schegge rock, ritmi mutanti, acrobatica vitalità alternata a intense ballad, temi originali dilatati, fluidità di dialogo interno, saldando passato e presente, istinto e ragione. Una performance preziosa. Lunghi applausi. Concerto da ricordare.
Carlo Argiolas