Prime lirica L'opera di Giuseppe Verdi andata in scena venerdì al Lirico di cagliari
Impeccabile Korsten, convince Zuzana Marková
P er il terzo appuntamento della stagione lirica 2016, segnato dal ritorno dopo due anni della Traviata di Giuseppe Verdi nello storico allestimento firmato dai coniugi Karl Ernst e Ursel Herrmann (e ripreso da Joël Lauwers), alla prima di due giorni fa al teatro Lirico di Cagliari si è avvertito il clima delle grandi occasioni.
Il pubblico, accorso numeroso, ha applaudito la prestazione dell'orchestra impeccabilmente guidata da Gérard Korsten, volto caro agli habitué (è stato direttore musicale del Lirico dal 1999 al 2005). Tempi giusti, impronta raffinata anche quando si è trattato di assecondare i tratti grossolani e volgari imposti dalla regia per restituire - in aderenza alle intenzioni di Verdi - il contesto gioiosamente decadente della Parigi degli anni 40 dell'Ottocento. Senza mai sovrastare i cantanti, Korsten ha rispettato le tinte ora liriche, ora tragiche, ora drammatiche della partitura, un elegante mix di intensità e morbidezza.
Tra i sontuosi (e pacchiani) saloni tutti specchi e pizzi così come nella spoglia e gelida stanza delle ultime ore di Violetta, si è disimpegnata con disinvoltura Zuzana Marková nei panni della protagonista. La ventottenne cantante di Praga ha incarnato una Violetta di carattere, piegata dalla malattia più che dalle manovre di papà Germont. Voce da soprano d'agilità, ha superato senza strafare le asperità del primo atto tanto nel brindisi quanto nel Sempre libera , risultando convincente nel prosieguo dell'opera anche sotto l'aspetto della recitazione.
Nel ruolo di Alfredo, il tenore spagnolo Antonio Gandia è parso a tratti legnoso dal punto di vista attoriale - soprattutto accanto alla statuaria Marková -, ma ha compensato con una emissione corretta, senza rinunciare alla puntatura finale nella cabaletta Oh mio rimorso , scelta invero penalizzata dall'opacità dello squillo.
L'altro Germont, il vecchio Giorgio, è stato interpretato, proprio come avvenne nell'edizione del 2014, dal baritono Vittorio Vitelli. Il cantante marchigiano ha sfoggiato un timbro gradevole e una vocalità improntata al registro acuto. Efficace nei momenti in cui fa a pezzi i sogni di Violetta - nel secondo atto i due hanno inscenato più un duello che un duetto - fin troppo algido nella parte del padre angosciato per i destini del figlio.
Incisivo il coro, diretto da Gaetano Mastroiaco. Senza sbavature, infine, la performance dei comprimari Vittoria Lai (Annina), Nicola Ebau (barone Douphol), Francesco Leone (commissionario/domestico di Flora), Francesco Musinu (dottor Grenvil), Marco Puggioni (Giuseppe), con menzione speciale per la frizzante Flora di Veta Pilipenko e per il tenore Enrico Zara, Gastone il cui sommesso tossire è da subito presagio di sorti infauste.
Fabio Marcello
Prossime repliche di luglio de “La traviata”: dal 12 al 16, 20, 23, 27 e 30. In agosto: 3, 6, 10 e 13.