Solinas: «Abbiamo già perso due mesi». Pes: «Ora giovani di rottura»
Le sabbie mobili nelle quali si è infilato il Partito democratico si fanno ogni giorno più difficili da superare. Il risultato è che si fatica a trovare una posizione univoca sulle trattative e il partito rischia di presentarsi in ordine sparso agli appuntamenti importanti.
GLI EFFETTI Gli elettori (come dimostrano i risultati delle amministrative) davanti a questo stallo non sempre sono disposti a dare la fiducia a scatola chiusa. Il partito, inoltre, è costretto ad affrontare senza linea politica le crepe a livello locale come è successo negli ultimi giorni a Oristano. La Giunta formata da Massimo Zedda a Cagliari che davanti alle richieste variegate delle diverse aree, ha potuto gestire la pratica con il coltello dalla parte del manico.
IN SCACCO A due mesi dall'uscita di scena di Renato Soru ancora non si è concretizzata nessuna delle diverse ipotesi che sembravano essere in grado di “mettere in sicurezza il partito”: il congresso o la scelta di un nome che vada bene un po' a tutti. L'ultimo nome che circolava era quello del consigliere regionale, Piero Comandini, indicato dalla minoranza dem, ma ci sarebbero ancora resistenze dall'area Cabras-Fadda. Il collega Roberto Deriu , ipotizza una soluzione pragmatica: «Prenderei spunto dall'appello di Pigliaru alla coesione. Utilizziamo le persone che abbiamo al nostro interno, sia tecnici che politici, per definire una piattaforma di priorità».
IL CONGRESSO Il congresso è il traguardo ma il “quando” e il “come” rimangono ancora ignoti. Fare il congresso significherebbe pesare le forze all'interno del partito e assegnare al segretario la forza dei numeri. Sarebbe l'uscita da una situazione complicata, come sottolinea il consigliere regionale, Antonio Solinas : «Non ci sono le condizioni per trovare un segretario che vada bene a tutti. Abbiamo già perso due mesi». Con un congresso in programma, la scelta del segretario a tempo sarebbe stata più semplice perché «chiunque egli fosse avrebbe dovuto lavorare per farlo subito dopo le amministrative», sottolinea Cesare Moriconi . Ma la stagione dei congressi, anche secondo direttive romane, dovrebbe celebrarsi dopo il referendum di ottobre. Fino ad allora, sottolinea Franco Sabatini , «dobbiamo trovare una figura autorevole per guidare una fase intermedia. Le soluzioni a maggioranza sarebbero del tutto errate»,
IL RESET Ricominciare da zero è un'altra strada che il Pd potrebbe imboccare. Bene il traghettatore, ma il congresso «servirà per candidare alla segreteria una figura nuova e giovane», dice la deputata, Caterina Pes . «Il partito ha bisogno di una classe dirigente fuori dagli schemi». Teorema che Anna Crisponi , coordinatrice della Traversata ha rilanciato, appellandosi «alle nuove generazioni del Pd perché assumano, insieme a noi, la responsabilità di guidare il partito».
Matteo Sau