L'INTERVISTA. Dal “no” di Argiolas alle indicazioni di Fadda e Medda
Dopo il brindisi con gli assessori il giro degli uffici con i nuovi dell'esecutivo, in attesa della prima riunione di Giunta fissata per oggi. Per il sindaco di Cagliari Massimo Zedda il debutto della sua squadra di nove assessori, avvenuto mercoledì a palazzo Bacaredda, ha avuto un'importanza speciale come ogni battesimo ma sembra aver avuto anche il sapore di un fatto ordinario. «Sarà che io, al Comune, non ho mai smesso di lavorare».
Come per scegliere gli assessori.
«Impegno che avevo previsto».
Aveva messo nel conto anche di cedere alle pressanti richieste del Psd'Az di avere due assessorati?
«Con i sardisti abbiamo ragionato già mesi fa, alla presenza dei segretari regionale, provinciale e cittadino dei Democratici. Si trattava di costruire un percorso che consentisse di riportare il Psd'Az all'interno del centrosinistra».
Incontro da cui scaturì un patto?
«Fu un ragionamento molto serio. Loro ponevano la questione di avere un rapporto a livello nazionale e un'apertura sul fronte regionale. Siccome il fronte regionale tarda a dare risposte, è emersa la necessità politica di tenere un rapporto aperto, anche in prospettiva futura».
Tradotto?
«Loro ponevano una serie di esigenze, che hanno portato alla scelta del secondo assessorato. Ho scelto Nando Secchi, persona seria, in gamba. Ma c'erano anche altre proposte fatte dai sardisti».
Cosa l'ha convinta?
«Ho voluto lanciare un messaggio in più direzioni. Secchi, per esempio, è stato nell'Italia dei valori. L'ho proposto io, e il Psd'Az ha accettato».
Per Gianni Chessa hanno deciso i voti alle urne?
«È sempre stato molto corretto. In cinque anni ha chiesto due cose che era giusto fare: una demolizione di edifici abusivi e un aumento di risorse per potenziare dei campi sportivi. Si è sempre comportato in modo serio, e spesso ha votato con la maggioranza».
Tra i nomi da lei indicati per una delega c'era anche quello di Claudio Cugusi?
«Nome sul quale stavo riflettendo».
Poi ci ha ripensato.
«Venuta meno la proposta dell'assessore Barbara Argiolas, che avrei riconfermato, avevo la necessità di individuare una figura che fosse immediatamente riconosciuta dal mondo produttivo, quindi ho scelto Marzia Cilloccu».
Consigliera del movimento La Base, di cui Cugusi è uno dei leader.
«Ne ho discusso con La Base e il Partito dei sardi. Si trattava di individuare una figura non diretta espressione di un partito. Cugusi avrebbe caratterizzato troppo una componente. Cilloccu è invece percepita come persone che darà un contributo alla città e non individuata come espressione di una sola parte».
L'ex assessore Barbara Argiolas ha rinunciato alla delega su indicazione del segretario regionale Pd?
«Con Argiolas siamo amici da tempo, l'avrei riconfermata alle Attività produttive. Ma stavo riflettendo anche su altre deleghe. La verità è che ho fatto a lei la stessa proposta rivolta ad alcuni ex assessori: darmi una mano d'aiuto negli uffici».
E lei ha detto “no, grazie”.
«Ha rinunciato. Probabilmente, con lei, stanno lavorando a livello regionale. Sono consapevole che quanto succede a Cagliari ha riflessi sulla politica regionale».
Il Pd ora alza la voce: non ha una rappresentanza soriana, e anche i renziani cagliaritani mugugnano.
«Claudia Medda è in ottimi rapporti con la fonte: il premier. Medda scrive anche testi economici per Renzi. È una persona che io conosco e apprezzo».
Stavolta, rispetto al 2011, quanto si è sentito imbrigliato dalle segreterie?
«Confesso che sono più forte adesso, con il secondo mandato».
Trattare è stata una scelta necessaria?
«Volevo la serenità. Serenità che deriva da un equilibrio, che non vuol dire mortificare le scelte. Penso di aver proposto una Giunta all'altezza delle sfide della città».
La differenza nel formare le giunte del 2011 e del 2016.
«Stavolta ho inciso forse di più nel rapporto con i partiti e nelle indicazioni dei partiti».
Il Pd ritiene di aver avuto due assessori su quattro indicati. Tra i promossi Danilo Fadda, figlio dell'ex sottosegretario Paolo. Escluso, invece, il segretario cittadino Nicola Montaldo.
«Danilo Fadda è mio amico. L'avevo proposto anche nel 2011 e il padre Paolo disse no. L'ho riproposto e stavolta il padre non se l'è sentita di opporsi. Il fatto è che con Danilo siamo amici da ragazzini. L'ho visto lavorare, conosco il suo valore. Quando ho fatto il vicepresidente dell'ottava commissione in Consiglio regionale lui era il funzionario di riferimento. Una curiosità: Danilo mi ha votato alle primarie, il babbo no».
Pd sacrificato nella sue scelte?
«La candidatura Moltaldo era tra le ipotesi, come altre poi saltate per diverse esigenze di equilibrio. Certo è che il Pd, forza fondamentale della maggioranza, ha dato un segnale, che apprezzo, di estrema generosità».
Da dove ripartirà la sua Giunta?
«Non ci siamo mai fermati. Non abbiamo dato enfasi a quanto fatto, ma non siamo mai andati in vacanza. Nelle ultime settimane ho chiesto al direttore generale Cristina Mancini, che confermerò, di darmi una mano d'aiuto anche se formalmente non c'era la delega».
Nel suo orizzonte c'è un futuro da deputato o ministro?
«A me piace Cagliari. Ho già rinunciato a ad altri incarichi per fare il sindaco.
Deleghe aggiornate per la nuova Giunta?
«Ci sarà spazio per la Comunicazione, ho messo il Verde con la Cultura, l'Istruzione con lo Sport, la Mobilità con le Politiche per la casa, settore al quale la vicesindaca Luisa Anna Marras garantirà continuità».
Pietro Picciau