Rassegna Stampa

Il Sardegna

Guerra milionaria Comune-Isgas al centro del fuoco di tre tribunali

Fonte: Il Sardegna
17 aprile 2009

Servizi e finanze. Entro maggio il giudice potrebbe decidere l'ammontare del credito del gestore della rete

La ditta pretende 37 milioni: sullo sfondo ci sono il Tar,la causa civile e un'inchiesta penale

Elena Laudante elena.laudante@epolis.sm ¦

È un ring a tre lati quello che dove si affrontano Isgas e il Comune, stretto fra un contenzioso civile, una causa al Tar e un'inchiesta, sollecitata alla magistratura penale, senza esito. Sullo sfondo restano 37 milioni di euro che il gestore della rete realizzata a partire dal 2002 senza gara d'appalto, pretende dall'amministrazione in virtù di una transazione. Atto risalente al maggio 2005 preceduto da una delibera di Giunta firmata dagli assessori e dal sindaco Emilio Floris: alla società del gruppo Conscoop di Forlì si riconosceva un credito derivante da investimenti in infrastrutture (la rete, appunto) di quasi 40 milioni di euro. Peccato che via Roma si proclami creditore di oltre 3 milioni e 400 mila euro. Il punto è che, in realtà, la legge impone al gestore subentrante - scelto in base alla gara attualmente in fase d'avvio - pagare per quanto il suo predecessore ha realizzato, seppur in malo modo, come la stessa amministrazione ha dovuto ammettere. Si stima un perdita della rete di 788.000 metri cubi di gas, solo nel 2006. E questo perché evidentemente le tubazioni non sono state realizzate «a regola d'arte». In attesa di individuare il nuovo gestore, Isgas ha trascinato l'amministrazione in tribunale. Non uno, ma tre. Al giudice civile chiede che venga rispettata la transazione e il criterio contemplato per arrivare all'esorbitante cifra di 37 milioni. Nell'ultima udienza del 3 aprile, il giudice Grazia Bagella ha concesso 45 giorni ai legali del Comune Antonello Angioni e Carla Curreli e a quelli di Is Gas, Angelo Luminoso e Carlo Castelli, per produrre documenti. E soprattutto, indicare i criteri per calcolare le indennità, sebbene non sia chiaro chi - a quel punto - deve versarle. Potrebbe essere nominato un consulente tecnico. Il comune si appella alla legge, che stabilisce criteri diversi da quelli dell'accordo del 2005 (evidentemente con indennità più modeste) e chiama in causa il pregiudizio che deriverebbe da una gara d'appalto gravata da un “debito” di 37 milioni: chi mai parteciperebbe? Proprio la gara appena indetta era stata sospesa dal Consiglio di Stato; il processo principale davanti al Tar è andato in decisione il 9 aprile. Resta infine l'inchiesta penale del procuratore aggiunto Mario Marchetti, sollecitato direttamente dal sindaco Emilio Floris, che aveva inviato il plico in procura dopo la prima civile, a novembre. A cinque mesi da allora, il fascicolo è ancora senza indagati e senza reato. Segno che in questo ring viene a mancare l'unica protezione che salvi il Comune dal ko: un'ipotesi di reato che invalidi tutto.