Massimo Zedda accorcia i tempi: la nuova Giunta di Cagliari sarà presentata il 6 luglio, quando è convocato il primo Consiglio comunale. Il sindaco riconfermato brucia le tappe con un anticipo di cinque giorni sui venti che la legge concede dalla proclamazione degli eletti, avvenuta il 23 giugno scorso (leggi qui).
L’accelerata del primo cittadino è il segno del sostanziale accordo raggiunto nella maggioranza di centrosinistra e soprattutto del fatto che Zedda ha le idee ben chiare. O comunque avrebbe già pronte diverse ipotesi di squadra. Tanto che quattro caselle su nove sarebbero già definite, seppure solo informalmente: Luisanna Marras, la dem uscente dei Lavori pubblici, avrebbe detto sì al mandato bis. Tuttavia solo per un anno e mezzo. La sua titubanza è legata al fatto che la cabrasiana del Pd vorrebbe fare la nonna a tempo pieno. Ma Zedda sarebbe riuscito a convincerla.
In Giunta dovrebbe entrare anche Francesca Ghirra, la più votata alle Comunali dello scorso 5 giugno con 1.378 preferenze. La sellina, presidente uscente della commissione Cultura, sembrava in pole per la presidenza del Consiglio proprio per via del pieno di consensi. Ma anche qui Zedda ha fatto la differenza, convincendo la sua fedelissima al salto dall’Aula all’Esecutivo. La Ghirra dovrebbe guidare l’Urbanistica.
E proprio dalla delega del mattone arriva il terzo nome: è quello dell’uscente Paolo Frau, anche lui vicinissimo al sindaco. Frau, in quota Zedda, potrebbe andare alla Cultura (i libri sono stati a lungo la sua professione), prendendo così il posto Enrica Puggioni, scelta nel 2011 sempre dal primo cittadino. Verso la riconferma, come annunciato nei giorni scorsi, pure il dem Yuri Marcialis che dovrebbe riavere la delega allo Sport.
Da qui al 6 luglio, con il week-end di mezzo, la politica di Cagliari farà gli straordinari. Anche per decidere, definitivamente, chi guiderà l’Assemblea. A questo punto la partita è a due – e tutta in casa Pd – tra Guido Portoghese, il più votato dei dem (1.002 preferenze), e Fabrizio Marcello (884). L’uno è di area Cabras, l’altro è di stretta osservanza faddiana. Le due componenti sono alleate all’interno del partito, dove danno vita alla corrente popolare-riformista. Ciò che fa presupporre un accordo che soddisfi entrambi: Portoghese, ingegnere trasportista, potrebbe approdare in Giunta con la delega al Traffico che lascia Mauro Coni, mentre Marcello prenderebbe in mano la guida dell’Assemblea. In entrambi i casi si tratta di poltrone di prestigio. Invece: il soriano Fabrizio Rodin, il secondo più votato nel Pd con 920 preferenze, è già stato scelto come capogruppo. E si tratta di un altro incarico di peso che tiene in equilibrio i rapporti interni al Partito democratico.
La nuova giunta Zedda sarà da nove. Tolti Frau, Ghirra, Marcialis e Marras, vuol dire che vanno trovati almeno altre due donne e tre uomini. O viceversa. Questo per assegnare le Politiche sociali, la Pianificazione strategica, il Bilancio, i Trasporti e la Mobilità, il Turismo e le Attività produttive più il Personale abbinato agli Affari generali. Di queste cinque deleghe, due dovrebbe indicarle il Pd, altrettante il Psd’Az e un’altra ancora il sindaco.
E a proposito di sardisti, il piano B di Zedda è dare ai Quattro Mori la delega ai Lavori pubblici, nel caso in cui la Marras non desse il definitivo ok. La prima scelta del Psd’Az sarebbe Gianni Chessa. In questo quadro, il vantaggio sarebbe tutto per un ritorno di Barbara Cadeddu, anche lei cabrasiana, alla Pianificazione strategica.
Sullo sfondo ci sono le rivendicazioni dei piccolini, ovvero La Base, RossoMori e Partito dei Sardi che hanno eletto un consigliere a testa. Claudio Cugusi, coordinatore de La Base nella provincia di Cagliari, il 29 giugno ha convocato un vertice a tre per importare in Comune il modello di Sardegna Vera, applicato in Regione nel 2014. Obiettivo: creare un’alleanza tra le forze minori in modo da avere un posto in Giunta.
Al momento l’esperimento non ha funzionato: i RossoMori non si sono presentati, mentre il Partito dei Sardi è andato solo per sondare gli umori. La trattativa sembra difficile. Anche perché Cugusi rivendica l’eventuale casella per La Base che, a sua volte, ha già deciso di indicare lui. Ma i RossoMori, che hanno preso appena lo 0,5 per cento in meno (a 2,82), sono chiusi rispetto a questa intesa. Certo: resta la possibilità di una staffetta, coi tre piccolini che potrebbero alternarsi nell’assessorato nel corso dei prossimi cinque anni. Ma è un’opzione remota, considerando il fatto che in politica gli accordi difficilmente possono essere mantenuti nel medio e nel lungo periodo. Tuttavia non si può escludere nulla.
Da qui al 6 luglio, infatti, varrà ogni mossa con paletti fissi, ribaditi sempre da Zedda ma anche dagli alleati: il criterio della competenza dovrà incastrarsi con le richieste dei partiti. In più c’è la rappresentanza di genere da rispettare. E su questo il sindaco punta al massimo risultato, con cinque donne che pareggerebbero il conto degli uomini visto che il primo cittadino è il decimo componente della Giunta. Oltre a essere il 35° rappresentante dell’Assemblea civica.
Al. Car.
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