Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I sindaci in campo: ora Abbanoa sia governata dagli enti locali

Fonte: L'Unione Sarda
4 luglio 2016

Scano (Anci): proporrò che la Regione ceda ai Comuni la maggioranza della società

 

Non sono contenti i sindaci del rapporto che si è creato tra Abbanoa e i cittadini, e non sono soddisfatti neppure di come la Regione - azionista di maggioranza della società - sta gestendo la grande partita del servizio idrico, prendendo decisioni poco o nulla condivise e lasciando ai margini i 377 Comuni azionisti di minoranza. È arrivato il momento di voltare pagina, ribaltare i ruoli e provare a recuperare la fiducia con i sardi. «Farò la proposta ai sindaci: la Regione ceda ai Comuni le proprie quote e scenda dal 70 al 49% del capitale sociale di Abbanoa. In tempi brevi», dice il presidente dell'Anci, Pier Sandro Scano.
L'appuntamento è lunedì alle 10 ad Abbasanta, al Centro servizi Losa, per l'assemblea generale dei Comuni della Sardegna. All'ordine del giorno ci sono l'emergenza migranti, i problemi legati al pareggio di bilancio e al bilancio armonizzato e, appunto, la proposta su Abbanoa.
L'ultimo incontro sull'acqua - soprattutto sulla spinosa faccenda dei conguagli regolatori - si è tenuto due settimane fa, con un finale decisamente poco edificante (lo scontro tra l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda e Nicola Sanna, sindaco di Sassari e presidente di Egas, ente di governo dell'ambito della Sardegna). Pochi giorni dopo, Scano ha inviato una lettera a tutti i sindaci, anticipando quello che dirà alla platea dopodomani.
«Al di là del convulso finale, la scorsa riunione ha segnato un punto importante, che va decisamente oltre il tema di attualità dei conguagli: è emersa forte la volontà di lasciarci alle spalle un ruolo di secondo piano nel governo del servizio idrico, per assumere pienamente il ruolo, sancito dalla normativa statale e regionale, che prevede che entro cinque anni dall'approvazione della legge, la Regione ceda ai Comuni, al prezzo simbolico di un euro ogni mille azioni, proprie quote al fine di mantenere la partecipazione nel limite massimo del 49%». Però, data la situazione, non si può aspettare che trascorrano i cinque anni previsti dalla legge 4 del 2015 (dunque arrivare a febbraio 2020), così l'idea è di «aprire subito un confronto con la Giunta e il Consiglio regionale sull'anticipazione dei termini».
Sui conguagli regolatori la posizione dell'Anci è chiara: «Sono legittimi, ma ciò non toglie che gli utenti che si sentono ingiustamente penalizzati abbiano il diritto di fare ricorso, e i sindaci che vogliono aiutare i loro concittadini avranno il pieno sostegno dell'Associazione».
Detto questo, «si registra una mancanza totale di fiducia tra utenti e Abbanoa», prosegue Scano. «Noi amministratori locali vediamo e apprezziamo i passi avanti che sono stati fatti, e siamo pienamente consapevoli del disastro ereditato, ma ci sono una serie di cose che proprio non vanno: Abbanoa esiste dal 2004, è possibile che in tutto questo tempo ancora non sia riuscita a mettere ordine nelle anagrafiche e continuino a partire “bollette pazze”? Serve un ulteriore sforzo di efficienza e trasparenza: per questo i sindaci si devono assumere una più ampia responsabilità diretta, al posto della Regione».
Cristina Cossu