Il provvedimento. Locali posti sotto sequestro dai Nas: «Privi delle autorizzazioni edilizie e sanitarie»
Concessioni scadute nel 2003, i proprietari: dopo il caso di Quartu ce l'aspettavamo
Tommaso Miraglia tommaso.miraglia@epolis.sm ¦
Prima Quartu, ora Cagliari. I ricciai del Poetto sono sempre nel mirino delle autorità, che li considerano una categoria abusiva se non proprio illegale. Ieri sono stati chiusi altri tre chioschi sul versante cagliaritano del lungomare, poco più avanti dell'ospedale. Con motivazioni identiche a quelle addotte per i loro colleghi quartesi, già da un mese in stand-by: il capo d'accusa sottolinea la mancanza di autorizzazioni per la somministrazione di alimenti e bevande su aree pubbliche, mancanza di autorizzazioni sanitarie e di autorizzazioni edilizie. Come dire: abusivismo allo stato puro, senza se e senza ma. Nella tarda mattinata i carabinieri del Nas e della compagnia di Cagliari, in collaborazione con la polizia municipale, hanno posto sotto sequestro amministrativo Il Riccio d'oro, Mare Blu e Mare Forza 9, tutti a pochi metri dalla spiaggia. Per due chioschi i Nas hanno riscontrato la scadenza della concessione per l'occupazione di terreno demaniale, rilasciata nel 2003 ma solo per la vendita dei ricci. Il terzo, invece, pur essendo in possesso di concessione stagionale, poteva vendere i ricci ma non somministrare alimenti e bevande. Identico per tutti, in ogni caso, il provvedimento adottato: chiusura dei chioschi con apposizione dei sigilli e divieto assoluto di proseguire l'attività. Stavolta, a differenza di quanto avvenuto a Quartu, non ci sono state rivolte o forme clamorose di protesta. La cosa era nell'aria e gli “arrizzoneris” hanno fatto buon viso a cattivo gioco, tenendo un comportamento dignitoso anche nel momento difficile. «Ce l'aspettavamo, anzi lo temevamo », ammette Monica, moglie del titolare del Riccio d'Oro. Nel locale, oltre a una cognata, davano una mano le tre figlie, tutte giovanissime studentesse. La più grande, Eleonora, avvisata via sms di quel che succedeva, è scoppiata a piangere in classe. Ovviamente i ricciai non si sentono abusivi: la colpa dell'accaduto secondo loro è delle amministrazioni pubbliche, Comune e Regione in primis, che non li mettono nelle condizioni di lavorare nel rispetto della legge. Ma con la legge hanno comunque deciso di difendersi. La pratica è stata affidata a un avvocato da cui si aspettano il miracolo: la riapertura di tutti i chioschi.