Secondo gli amministratori la nuova regola impedisce di svolgere bene il mandato
A guidare la protesta è il Consiglio comunale di Uras, in testa il sindaco Gerardo Casciu. L'assemblea civica ha detto no alla circolare della Regione che ha recepito la nuova norma nazionale su permessi e licenze agli amministratori locali. Una delibera, già inviata alla Regione, invoca il mantenimento del permesso per l'intera giornata in cui sono convocati i Consigli. E da Uras e Marrubiu sino a Sanluri, i consiglieri penalizzati concordano: «Non ci danno la possibilità di svolgere al meglio il nostro mandato».
Una norma percepita come uno schiaffo in piccole comunità dove è sempre più difficile trovare persone disposte a candidarsi. E dove la decisione, talvolta sofferta, di conciliare l'impegno professionale col lavoro per la propria comunità, non viene ripagata da Stato e Regione. Per il sindaco di Uras è «l'ennesima ingiustizia verso i nostri Comuni, una situazione discriminatoria rispetto a Regione, Camera e Senato. Gli sprechi non sono nei nostri municipi. Noi spendiamo appena 1300 euro l'anno per il funzionamento del Consiglio».
Monica Etzi, consigliere di maggioranza a Sanluri, lavora al tribunale dei minori a Sassari: «Non avremo più il tempo di consultare al meglio gli atti. Gli uffici, oberati di lavoro, non riescono ad inviarceli con largo anticipo. Oltre al problema degli spostamenti per chi lavora lontano dal proprio Comune». L'ha seguita Ettore Melis, in minoranza a Mogoro, dipendente della Questura ad Oristano: «Pensiamo al bilancio. Un documento che necessita di approfondimenti con gli uffici. Non posso mica chiamare i responsabili dal mio posto di lavoro».
Fabio Dessì, militare dell'esercito, ha esordito di recente in Consiglio a Marrubiu: «La mia sede attuale è Civitavecchia. Chiederò il trasferimento a Cagliari o Macomer. Secondo la norma, per una convocazione in aula alle 10, dovrò essere nel posto di lavoro alle 8, partire per Marrubiu e poi tornare in sede. Costi in più e stress, che non premiano il mio impegno civico».
Antonio Pintori