Il concerto Il 3 settembre all'Arena Sant'Elia
S uona come una filastrocca, un ridicolo gioco di parole, “Folfiri o Folfox”, e invece in questi due nomi di trattamenti chemioterapici, che lo intitolano, e nell'orchidea, che squarcia lo sfondo nero della foto di copertina, scattata da Manuel Agnelli dopo averla sottratta alla morte, si racchiude il senso del nuovo doppio disco degli Afterhours.
Navigano a vista Agnelli e soci, pronti a ridisegnarsi nella forma e nei contenuti ad ogni nuovo progetto e, mai come prima, in questo disco, che arriva a quattro anni dall'ultimo “Padania”, ed è già un tour. L'appuntamento a Cagliari è per il 3 settembre all'Arena Sant'Elia. Biglietti in prevendita.
«Anni densi di cambiamenti a volte naturali e necessari, a volte laceranti», come racconta Manuel, che in questo tempo ha dovuto dire addio al padre, venuto a mancare dopo una lunga lotta contro il cancro. «Mi sono trovato improvvisamente in mezzo all'oceano, senza terra in vista, definitivamente adulto. La vita, i valori e le cose che mi interessano sono cambiati».
E così eccolo, “Folfiri o Folfox”, «un disco sulla morte e sulla vita, sulla malattia e sulla cura, sulle domande senza risposta, sull'egoismo che ci fa sopravvivere, sulla rabbia e sulla felicità, sulle chiusure di cerchi che ci permettono di aprirne altri. Su tutto quello che era diventato scontato e che mi ha fatto bene riaffrontare per decidere che siamo qui per vivere», spiega Agnelli.
Necessario, urgente, istintivo, l'album, nato prima in musica, trovando temi e testi solo poi, «cosa che ci ha aiutati a essere pesanti dove necessario, ma anche a seguire una via più leggera, condotta dall'energia sonora che c'era sotto», è anche una riflessione sul fare musica rock, come mezzo «per spiegarci a noi stessi, reagire, buttare fuori le tossine e raccontare le cose che pochi raccontano, usando un linguaggio che gli altri non hanno il coraggio di usare». Basta gabbie, regole e compromessi, «non solo quelli del quotidiano, ma anche quelli del nostro ambiente musicale», che ha storto il naso davanti all'ingresso di Agnelli nella giuria di “X Factor 2016”, decisione che si spiega col semplice desiderio di accantonare una volta per tutte quella paura del rischio, che negli ultimi trent'anni ha tarpato le ali a un'intera generazione.
Cinzia Meroni