Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Senza Ryanair è la fine»

Fonte: L'Unione Sarda
13 giugno 2016

Il calo degli arrivi internazionali si riflette sulle attività commerciali

 

B&b e ristoratori: il crollo degli affari è del 30% Senza Ryanair si muore. Il calo del 25 per cento dei passeggeri internazionali ha avuto un immediato riflesso nelle prenotazioni dei bed & breakfast, nei ristoranti e nelle agenzie di autonoleggio. Gestori e proprietari delle attività commerciali non hanno dubbi: il crollo delle presenze è causato dalla fuga della compagnia low cost da Elmas. Ma c'è anche chi invita a leggere bene quei numeri e a distinguere nettamente il passeggero dal turista, figure che non sempre coincidono.
LA RADIOGRAFIA Non c'è dubbio che la compagnia low cost stia mettendo con le spalle al muro la Regione e chi vive di vacanze. Niente aiuti, niente voli. E così i Boeing 737 con la fusoliera stretta e la livrea tipica della compagnia irlandese vengono dirottati verso altri scali. Che ora registrano il segno più. A Elmas, di contro, per la prima volta dopo anni di crescita costante, è atterrato il segno meno negli arrivi internazionali, contenuto solo grazie a un incremento dei voli nazionali.
STANZE VUOTE «L'anno scorso, in questo periodo avevamo tutto prenotato, oggi non arriviamo al 40 per cento». Per Maurizio Atzori , gestore di un affittacamere a Stampace, è già tempo di bilanci. «Siamo stati costretti a licenziare un dipendente. Da quando abbiamo aperto, otto anni fa, mai avuto buchi a luglio e agosto. «Abbiamo investito tanti soldi, incentivati anche da finanziamenti pubblici, e ora ci fanno capire che era meglio non farlo». Sulla stessa linea, anche se con motivazioni diverse Andrea Caruso , titolare di un'attività nel Corso appena rinnovato. «È vero, c'è stato un crollo rispetto all'anno scorso. Ho un altro lavoro e non sono aggressivo nel mercato: mi accontento del 50 per cento di riempimento. Giusto per capire le proporzioni della crisi oggi (ieri per chi legge) non ho ospiti». Caruso è critico: «Cagliari ha pochi posti letto rispetto alle potenzialità. Ma siamo confusionari. Abbiamo bisogno di un modello da replicare». C'è il rischio di essere ricattati da Ryanair? «Sì, non dobbiamo dipendere da un vettore. Dovremmo avere un rapporto contrario con la low cost e dettare le regole». Andrea Bertola titolare di un B&b al Poetto invita all'analisi e alla cautela. «I numeri è necessario saperli leggere e interpretarli. È vero, il calo del 25 per cento dei passeggeri nei voli internazionali c'è stato, ma non tutti sono turisti. Una buona percentuale è di sardi che torna a casa e che evidentemente non andrà mai in una struttura ricettiva del capoluogo». Bertola è pragmatico. «Ryanair si muove dove c'è convenienza e non sempre i suoi interessi corrispondono con quelli degli imprenditori.». Come vanno gli affari? «Benissimo. Giugno e luglio ottimi. Come l'anno scorso». Lino Bistrusso è titolare di due strutture al centro: «La flessione è nell'ordine del 15 per cento. Noi offriamo ospitalità e comfort, ma non basta. La Regione deve affrontare seriamente il problema».
CRISI IN CENTRO Il calo dei turisti si riflette inevitabilmente sulle altre attività del centro. «Registriamo un calo del 30 per cento, stiamo lavorando solo con gli italiani», dice sconsolato Italo Pau , titolare di un ristorante alla Marina. «La cacciata di Ryanair è stata decisa per favorire l'Alitalia e Montezemolo». Anche Ivo Cappai , risente della diminuzione dei turisti stranieri che porta in giro in città a bordo di Seg way (particolari bighe elettriche). «Per sfruttare le bellezze della città bisogna promuovere le compagnie low cost perché è l'unico modo di incentivare l'indotto». Suggerimenti e proposte? «L'alternativa a Ryanair non è stata ancora trovata. Per fortuna il calendario delle navi da crociera è ottimo».
A Olbia si ride, a Cagliari si piange. «Il crollo è stato del 50 per cento», sentenzia Ettore Medda responsabile di una società di autonoleggio . «Abbiamo avuto una concomitanza di eventi: la riduzione dei passeggeri e l'aumento della concorrenza in aeroporto. La società di gestione, per recuperare il mancato introito, ha deciso di concedere spazi alla concorrenza. Il problema non è la crisi. Bisogna puntare sul sistema Drive and fly ».
Andrea Artizzu