I sardisti non fanno sconti a Massidda. Per il segretario forse un ruolo nella nuova Giunta
Chessa: centrodestra unico responsabile del suo flop elettorale
Nel crogiolo sardista continuano a ribollire dati elettorali e sentimenti, percentuali e umori controllati con diplomatica circospezione. «Ma su un punto», s'infiamma il segretario cittadino Gianni Chessa, 1232 preferenze personali, secondo consigliere tra i più votati a Cagliari dopo l'esponente di Sel Francesca Ghirra, «desidero fare chiarezza: non abbiamo tradito nessuno, tanto meno il centrodestra, causa del suo stesso fallimento».
MILITANZA Dopo amministrative di soddisfazioni, per il Pasd'Az. Sul fronte dei risultati - dal 3,39 per cento delle comunali del 2011 al 7,01 per cento del voto di domenica - ma anche su quelle personali dei candidati eletti nell'Aula di palazzo Bacaredda: oltre Chessa (lunga e variegata militanza per il cinquantacinquenne ex capogruppo Udc: è stato consigliere e assessore al Patrimonio con il forzista Emilio Floris), sono entrati in Consiglio Gabriella Deidda, Monia Matta e Lelio Lai. Chessa, costretto a casa dalla sciatica dopo una campagna elettorale condotta stoicamente («ho camminato nonostante l'ernia e sofferto in silenzio»), immagina la parabola sardista da qui alle prossime regionali: «Il nostro successo a Cagliari sarà certamente considerato dai leader nazionali del partito, anche in funzione di un discorso riguardante un eventuale rimpasto in Giunta». Intanto? «C'è da analizzare per bene il voto di domenica». Importante per il successo di Massimo Zedda e del centrosinistra e, ipotizzando un calcolo temerario, fatale per le sorti di Piergiorgio Massidda e il suo polo civico. Con i sardisti in squadra, l'ex senatore avrebbe conquistato il ballottaggio. «Ma noi l'accordo», sottolinea Chessa, «l'abbiamo fatto con il centrosinistra».
ALLEATI Un successo «figlio del buon lavoro svolto», spiega il segretario Psd'Az. «Abbiamo centrato un'affermazione esaltante, tenuto conto che la mia segreteria è cominciata soltanto nell'ottobre scorso. Il nostro successo non è certo arrivato per fare un dispetto al centrodestra. Ci siamo alleati con Zedda e con il centrosinistra per vincere, così è stato». Ribadisce: «Noi non siamo né ci sentiamo traditori del centrodestra, considerazione che viene fatta e che comincia a seccarmi. Sono le loro divisioni la causa dei loro mali. E poi diciamolo con chiarezza: una parte del centrodestra sapeva fin dall'inizio che non avrebbe mai votato Massidda. E l'ex Autorità portuale oggi se ne faccia una ragione, sono i suoi vecchi amici che gli hanno voltato le spalle, non il Psd'Az. Noi non siamo causa del male dei nostri avversari ma di una parte del successo del centrosinistra». Un fiume in piena: «Se c'è qualcuno che deve porsi delle domande è proprio Massidda. È stato lui o no a far perdere il centrodestra anche alle ultime provinciali?». Dettagli: «Anche il voto disgiunto, domenica, ha dato torto a Massidda. Molti hanno votato per una sua lista e poi per Massimo Zedda, a conferma che gli elettori di centrodestra non gli hanno perdonato le scelte fatte che hanno portato alla spaccatura dello schieramento». L'affondo: «Non cerchino, gli amici di centrodestra, di trovare cause esterne per giustificare il fallimento della loro coalizione».
LE ATTESE Ha tenuto i conti: «Durante la campagna elettorale ho bussato a 4500 porte e ricevuto 756 persone. La consigliera che ha fatto coppia con me nel santino , ha ottenuto 900 voti, un record». Ha ricevuto i complimenti di Zedda: «Ora ci aspettiamo il riconoscimento del lavoro svolto e per il risultato ottenuto». Spera in un ruolo nella nuova amministratore: presidente del Consiglio o assessore? «Sarei onorato di fare il presidente ma, nel caso, preferirei un ruolo più attivo. In ogni caso, quel che più importa è che si realizzi quanto concordato e messo nel programma. Per la Giunta, poi, nessun problema: saranno considerati i nostri spazi, mi sembra normale. Impensabile considerarci al di fuori dell'esecutivo».
Pietro Picciau