Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zedda: «Eccomi, credo di aver vinto» La lunga notte del sindaco confermato

Fonte: L'Unione Sarda
7 giugno 2016

Successo schiacciante, niente ballottaggio: i 400.000 euro risparmiati saranno spesi per la città

 

Il trionfo di Massimo Zedda sfugge alla retorica dell'avvenimento. È anche un'apoteosi privata, e consegna il rito del dopo voto al racconto di un'interminabile, stressante attesa notturna. È soprattutto un fatto segreto, che si nega allo sguardo delle telecamere mentre frugano sulle emozioni del sindaco quarantenne riuscito a succedere a se stesso. Quando alle 15,45 di ieri, preceduto da un corposo staff di amici collaboratori dirigenti consiglieri ex assessori e addetti stampa, fende il muro di cronisti che l'attendono poco oltre l'ascensore che immette nell'ex sala Giunta di palazzo Bacaredda, il leader del centrosinistra riconosce: «Lo sentivo, lo avvertivo». Le luci evidenziano il pallore del suo volto stanco: «Non dormo da 48 ore». Ma il racconto-confessione è cominciato: «Quando i tassisti ti guardano con amichevole complicità e ti fanno capire che sei apprezzato, ma soprattutto quando cogli nello sguardo dei passanti e di chi incontri per caso al bar che la tua azione politica è stata compresa, allora un po' ci credi, e speri che alle urne, com'è poi accaduto, tutto questo ti venga riconosciuto».
Nell'aula del Consiglio Zedda dice quel che i cronisti di tutta Italia attendono di sapere: emozioni, dubbi, le congratulazioni degli amici («l'ha chiamata Renzi?»), ipotesi di una nuova Giunta («non ci ho ancora pensato») ma anche un ineludibile «cosa farà nei primi cento giorni di governo?».
Mentre le domande e le risposte si inseguono («quando ha capito di aver vinto?»), quel che resta nell'ombra è il privato di un'attesa cominciata subito dopo le 23 di domenica. Mentre tutti i leader di partito, candidati a sindaco e aspiranti consiglieri si sono ritrovati nelle sedi elettorali per seguire attimo per attimo lo spoglio dei voti in corso nelle 174 sezioni, Zedda ha scelto di rimanere nel suo ufficio, al terzo piano del Comune di via Roma. Idealmente (e inconsciamente) il suo gesto l'ha probabilmente voluto assimilare a quello di un comandante, di un capitano di vascello che naviga solitario quando l'equipaggio e i passeggeri hanno abbandonato la nave. Ma Zedda, per tutta la notte, non è stato lasciato solo. Con lui gli amici di sempre, i collaboratori, i dirigenti, gli assessori. Ore intense ma non cariche d'ansia: «L'ipotesi del successo s'è subito manifestata». Ma la diffidenza è stata ottima alleata. Con l'aiuto di tanti caffè. «Non ha chiuso occhio», conferma un assessore. «Con lui tutti noi». Ora dopo ora, urna dopo urna, voto dopo voto: vigilanza continua, nonostante l'evidenza delle percentuali che fotografavano i distacchi dagli avversari. Ma lo schermo, mai stato così amico e nemico (la vittoria rimandata nel tempo contempla un sovraccarico di perfidia) ha aggiornato troppo lentamente i risultati. Zedda ha fatto tante volte il conteggio dei voti e delle liste, ha incrociato con ragionieristica perseveranza dati e tendenze fino all'ultimo, fino ad avere la certezza assoluta di aver vinto. Soltanto allora - nonostante i richiami e le attese delle dirette con i tiggì delle televisioni nazionali - s'è arreso all'evidenza e archiviato il fastidio procurato dalla lentezza dei calcoli fatti nelle sezioni 614 e 303. Alle 15,16 - preceduto dal suo staff - il sindaco e il suo staff è sceso in sala stampa. «Eccomi, credo proprio di aver vinto».
Ringrazia i dipendenti del Comune, il Pd che ha di nuovo creduto in lui, la coalizione che l'ha sostenuto con generosità. Concede poche battute sul M5S, saluta il ritorno del Psd'Az nel centrosinistra, svela di aver ricevuto i saluti del sottosegretario Luca Lotti e che, in caso di ballottaggio, lui e la sua coalizione avrebbero stravinto. «I soldi risparmiati, circa 400 mila euro, li destineremo alla città».
Pietro Picciau