Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

De Gregori canta l'anima di Bob Dylan

Fonte: L'Unione Sarda
1 giugno 2016

Il concerto Il 30 agosto all'Arena Sant'Elia

 

 

Q uanta vita può stare racchiusa dentro una scaletta di un concerto dal vivo, quanti volti e immagini si possono richiamare, canzone dopo canzone, davanti a un pubblico che guarda e applaude e capisce. La devozione, la delicatezza, il riguardo che trattiene il cuore, sentimenti che Francesco De Gregori non ha paura di mostrare. Certamente non questa volta, che sul palco porta il verbo dell'uomo che gli ha cambiato letteralmente la vita, quello stesso Bob Dylan a cui ha dedicato un intero disco e che ha chiamato “Amore e furto”, proprio come il titolo di un suo album, “Love and Theft”.
Ed è per questo che anche Cagliari lo aspetta, il 30 agosto, all'Arena Sant'Elia: prevendite ufficialmente aperte (La Via del Collegio, biglietti da 38 a 49,50 euro; info 070.657428/070.2042771) per un live emotivo che, nelle tappe precedenti, De Gregori ha diviso in due parti distinte. Una prima dedicata ai brani del disco dylaniano e una seconda in cui affondare dentro l'anima dei successi di sempre e alcuni pezzi proposti di rado in concerto. Una scelta, questa, dettata dall'esigenza di separare celebrazione e autocelebrazione, interpretando la poesia di Dylan con una band, tra chitarre, contrabbasso, pedal steel guitar, mandolino, hammond, violino e fiati.
E nel riprendere la poesia di Dylan, il lavoro di traduzione del cantautore romano è parso subito eccellente, misurato, maturo. Canzoni come “Un angioletto come te” (“Sweetheart like you”) e “Via della Povertà” (“Desolation row”) sono state voltate all'italiano con cura, in un lavoro continua di rifinitura e vocazione al rigore. «Non ho voluto usare Dylan per raccontare me stesso», ha spiegato De Gregori. «Ma ho lavorato sulla fedeltà. Anzi, il mio terrore è stato metterci del mio, ma sono sicuro di averlo evitato. Posso magari aver tradotto male, ma non ci sono io dentro queste canzoni».
Ed è vero, dentro quelle canzoni c'è Bob Dylan. E l'amore senza confini che De Gregori gli ha sempre mostrato.
Marco Castrovinci