SANT'ELIA. I lavori inizieranno nei prossimi mesi: primo passo verso il riscatto sociale
L'attuale non è a norma nonostante sia costato 500 mila euro
L'unica società di calcio di Sant'Elia è senza campo. O meglio, potrebbe averne uno ma è corto e stretto, dunque non a norma per disputare i campionati Figc (Federazione italiana gioco calcio). È la storia infinita dell'impianto sportivo in terra battuta accanto all'ex Lazzaretto, ristrutturato con 500 mila euro dal Comune ma utilizzabile solo per gli allenamenti. «Siamo l'unica società del rione», racconta Giorgio Murgia, presidente della società calcistica Vecchio Borgo Sant'Elia. «Svolgiamo un lavoro sportivo e sociale importante per il quartiere ma non possiamo programmare nulla perché non abbiamo un campo per aprire la scuola calcio».
I SACRIFICI La storia va avanti oramai da quasi tre anni tra predisposizione del progetto, ricerca dei soldi e inizio del cantiere. «Da due anni», sottolinea Murgia, «siamo costretti a pagare l'affitto per giocare ed allenarci nel campo in sintetico di via Schiavazzi, gestito da un consorzio. Abbiamo fatto enormi sacrifici aspettando la conclusione dei lavori della struttura del vecchio Borgo. Quando il cantiere è terminato, ecco la brutta sorpresa: le misure del campo sono risultate inferiori a quelle richieste dalla Figc. Tutta colpa di alcune strutture che non hanno permesso di farlo della lunghezza minima richiesta dalla federazione».
LA BATTAGLIA È così iniziata una “battaglia” per intervenire nuovamente. Un ostacolo intanto è stato eliminato: alcune strutture abusive, che impedivano di allungare il campo, sono state abbattute. La nuova sfida è quella di recuperare spazi in larghezza per poter realizzare un campo a norma. La soluzione sembra vicina: il Comune sembra pronto a stanziare altri soldi per “sbancare” una parte del terreno accanto alla strada e ridurre il marciapiede. Sarà inoltre necessario sistemare gli scarichi laterali. In questo modo si potrà raggiungere la larghezza minima e poter disputare i campionati Figc. Il sogno sarebbe poi l'erba sintetica: in quasi tutta la città i nuovi campi sono costruiti con questo materiale. Quello del Borgo Sant'Elia invece sembra destinato a restare in terra.
LA SPERANZA Giorgio Murgia cerca di essere ottimista: «Il Comune sembra averci ascoltato». Ma anche in questo caso, tra approvazione del progetto, reperimento dei soldi e inizio dei lavori potrebbe passare molto tempo. Insomma il Vecchio Borgo Sant'Elia è destinato a disputare anche il prossimo campionato di Prima categoria (quest'anno la squadra allenata da Miro Murgia ha ottenuto un ottimo terzo posto, lottando tutta la stagione per la promozione) in un altro campo, pagando un affitto. «Per noi non è semplice», spiega il presidente della società. «Le spese sono notevoli e chiediamo un aiuto per poter proseguire nel nostro lavoro». La squadra è in gran parte formata da giocatori del quartiere. Non solo: «Siamo l'unica società di calcio di Sant'Elia e stiamo portando avanti anche un progetto sociale. Abbiamo due ragazzi che ci sono stati affidati, per allenamenti e partite, dai servizi sociali».
LA SCOMMESSA In un quartiere spesso dimenticato e trascurato dalle istituzioni, con servizi carenti o inesistenti, lo sport acquisisce un'importante funzione sociale. A Sant'Elia - più volte fucina di giocatori di ottimo livello - sembra incredibile che non ci sia una scuola calcio per i bambini e ragazzini del rione. «Quando saranno conclusi i lavori del campo», è la speranza del presidente del Vecchio Borgo Sant'Elia e dei suoi collaboratori, «ci presenteremo per l'affidamento dell'impianto sportivo in modo da partire con il progetto della scuola calcio. La nostra idea è di non far pagare nulla alle famiglie, se non una quota simbolica: lo sport dovrebbe essere gratuito». Il riscatto di un quartiere potrebbe iniziare grazie a un pallone da calcio.
Matteo Vercelli