Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Campus universitario, l’Ersu ricorre al Tar

Fonte: La Nuova Sardegna
16 aprile 2009

GIOVEDÌ, 16 APRILE 2009

Pagina 1 - Cagliari

di Roberto Paracchini


Il presidente Nonnoi: «Occorre trovare subito una soluzione per i fuori sede»




CAGLIARI. I numeri parlano di millecinquecento studenti fuori sede, meritevoli e bisognosi, che rischiano di vedere la loro carriera universitaria andare in fumo perchè non possono avere un posto in cui alloggiare, nè hanno i soldi per affittare una camera. Ed è per queso che Gian Carlo Nonnoi spinge per la realizzazione del campus universitario di viale La Plaia. Docente di Filosofia, Nonnoi è il facente funzioni di presidente dell’Ersu (l’ente regionale per il diritto allo studio), in attesa che il governatore della Regione, di concerto col Rettore, nomini il nuovo responsabile.
Ed è anche per questo che nell’ultimo consiglio d’amministrazione, informa Nonnoi, «preso atto del rigetto da parte del Comune della domanda di deroga per la realizzazione del progetto dell’architetto Paulo Mendes Da Rocha, noi come Ersu, abbiamo deciso di resistere in giudizio e, quindi, di ricorrere al Tar».
- Una decisione di contrapposizione: come mai?
«Innanzi tutto per una questione di ordine amministrativo: per autotutela. Se non lo avessimo fatto era come ammettere che la nostra richiesta fosse illegittima...».
- Ma le cubature superavano gli standard...
«La motivazione del Comune per il rifiuto è stata: eccesso di cubature e insufficienti posti d’auto. Ma noi avevamo chiesto una deroga per la realizzazione di un complesso di interesse pubblico, mentre siamo stati considerati come una attività commerciale. Inoltre siamo vincolati alla delibera della Giunta regionale, che dispone la realizzazione del progetto di Da Rocha».
- Ma anche il rettore Pasquale Mistretta ha mostrato perplessità per questo progetto e parlato di moda per gli archistar.
«Sì, dal rettore mi sarei aspettato, però, un rammarico per gli studenti che si vedono privati di un importante strumento per il diritto allo studio. E avrei preferito che l’intervento critico fosse stato fatto ieri, mentre prima ha dominato il silenzio».
- Che cosa propone per uscire dall’impasse?
«Io ho chiesto ufficialmente un incontro col presidente Ugo Cappellacci e con l’assessore alla Cultura Lucia Baire: per presentare il quadro generale dell’ente e, in particolare, per illustrare i problemi connessi alla realizzazione del campus. E qualora venisse a cadere la direttiva precedente sulla realizzazione del progetto di Da Rocha, che si possa passare a quello precedente di De Martino».
- A suo tempo anche lei espresse forti perplessità sul progetto di Da Rocha...
«Sì, e le confermo: per la tipologia e le modalità che quel fabbricato avrebbe rappresentato. Solo che, in qualità di facente funzioni di presidente dell’Ersu, non posso che applicare le disposizioni della Regione. Queste sono le regole della democrazia».
- Vi sono anche altre ipotesi per il campus universitario: dallo studentato diffuso nel centro storico a quella che parla del recupero in questa chiave dell’ospedale San Giovanni Di Dio.
«Tutte rispettabili, ma non ufficializzate e sempre proiettate nel futuro. Noi dobbiamo dare delle risposte subito...».
- Quindi avete bisogno di ipotesi immediatamente cantierabili.
«Abbiamo le risorse finanziarie e le richieste degli studenti ci impongono di trovare una soluzione praticabile in tempi rapidi».
- Dica.
«L’ipotesi di Da Rocha, che ha i servizi, è un progetto che richiede un po’ di tempo per essere cantierabile, in quanto è solo un progetto. Quello di De Martino lo è immediatamente, ma è senza servizi».
Quindi?
«Io propongo uno student village, con diverse unità abitative continue o discontinue, servizi, spazi verdi e camminamenti, da realizzarsi con le cubature indicate dal Comune. Ma ripeto: è la Regione che deve darci delle disposizioni».