Procedure più snelle «ma senza ledere i diritti dei residenti» - Entro l'estate in vigore il regolamento sulla musica e gli spettacoli all'aria aperta
Sembra facile: in fondo, basta prendere una chitarra, un piccolo amplificatore. E si comincia a cantare per “fare cappello” (raccogliere, cioè, le monete lasciate dai passanti). Sembra facile ma non lo è. Siamo in Italia, nel regno della burocrazia. Un luogo nel quale, prima di un estemporaneo concerto, occorre fare una richiesta di pubblico spettacolo, chiedere l'occupazione del suolo pubblico, l'autorizzazione da parte della viabilità. E, se si vuole suonare in un parco, anche il nullaosta da parte del servizio Verde. Tutto, naturalmente, accompagnato da quel retaggio quasi medievale che si chiama “marca da bollo”. Senza dimenticare il famigerato Cosap (Canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche).
L'ITER Una situazione che, entro l'estate, cambierà. E, finalmente, potrà entrare in vigore il “regolamento per la disciplina delle arti da strada”. Approvato qualche mese fa, doveva superare due ostacoli: impossibile metterlo in pratica senza l'approvazione del “piano di classificazione acustica”. E, superato questo ostacolo, non resta che attende il regolamento esecutivo che la Giunta dovrebbe approvare entro la fine della consiliatura.
LE NOVITÀ Diventerà più snello ed economico fare musica o arte di strada. In primo luogo, perché sarà sufficiente presentare, con un mese d'anticipo, un unico atto, l'autorizzazione in deroga per manifestazioni temporanee rumorose: i promotori dovranno solo preoccuparsi che non si superi di oltre dieci decibel il limite stabilito per la zona. «Sia chiaro», puntualizza immediatamente l'assessora alla Cultura Enrica Puggioni, «che si terrà conto anche delle esigenze dei residenti». Non sarà una giungla per intendersi. Musica in tutta la città, rispettando, però, le regole. «Ovvio», riprende Puggioni, «che non si può pensare a concerti in zone vicine agli ospedali o in luoghi che creino problemi alla circolazione stradale. E, naturalmente, si devono rispettare anche limiti orari».
I MUSICISTI Gli artisti da strada attendono con impazienza la novità. «Suonare in strada», spiega la cantautrice Chiara Effe, «è spesso più gratificante che farlo nei locali. Al chiuso, spesso, i rumori di fondo coprono la musica. In strada la gente si ferma per ascoltare». In tanti aspettano la novità. «Del gruppo dei buskers Cagliari»; spiega l'ideatrice Valentina Esu (creatrice anche della rassegna “Bed in concert”), «fanno parte circa una trentina di musicisti. Ma tanti sono pronti a entrare». Non soltanto cagliaritani. «Siamo stati contattati anche da artisti di talento che vorrebbero venire in città in vacanza, finanziandosi proprio con i concerti di strada».
I GIOCOLIERI Certo, occorre mettere ordine e facilitare l'arte di strada. Ma le regole, da un altro punto di vista, preoccupano. «Penso», interviene Riccardo Tanca, presidente di FogliVolanti, l'associazione che riunisce giocolieri e artisti circensi, «a quei ragazzi, magari studenti liceali, che decidono di organizzare uno spettacolo estemporaneo per racimolare qualche spicciolo. Loro, ovviamente, non conoscono le norme. La presenza di regole implica anche il rischio di sanzioni per chi non le rispetta». Un problema che, eventualmente, dovrà essere affrontato e risolto dai vigili urbani in sede di controllo.
IL FUTURO Il regolamento consentirà anche di fare richieste che valgono per anno. E anche di creare una sorta di albo di artisti di strada. In teoria, questa funzione l'avrebbe dovuta svolgere Stradaperta, una piattaforma creata a Milano. «Ma, per una serie di ragioni», spiega Francesca Ghirra, presidente della commissione Cultura, «non potrà essere utilizzata a Cagliari. Questo, comunque, non ci impedirà di creare un elenco di artisti dai quali il Comune - ma anche organizzatori di spettacoli - potrà attingere per allestire spettacoli».
Marcello Cocco