Sopralluogo di Legambiente insieme a due parlamentari Legge regionale in stand-by, la vicenda in Parlamento
CAGLIARI. Finora tenere il cemento delle imprese private lontano dalla necropoli di Tuvixeddu è costato alla Regione 84 milioni, la cifra che un collegio arbitrale ha stabilito come risarcimento del danno alla Nuova Iniziative Coimpresa del costruttore Gualtiero Cualbu. Era il 2013 quando la Regione ha dovuto sborsare la cifra colossale. Un sacrificio così grande non sembra però aver garantito agli appassionati di storia antica e ai comuni cittadini la possibilità di godere appieno di quel parco archeologico sempre richiesto e mai del tutto realizzato. Al contrario: a giudizio della responsabile nazionale di Legambiente Rossella Muroni l’area vincolata rivolta sul viale Sant’Avendrace, già sconvolta da edifici recenti, si trova in uno stato di grave degrado: «Una discarica a cielo aperto» è la definizione scelta ieri mattina, dopo un sopralluogo organizzato dall’associazione ambientalista cui hanno partecipato anche la presidente regionale Annalisa Colombu e i componenti del comitato scientifico Vincenzo Tiana e Alfonso Stiglitz insieme al parlamentare del Pd Francesco Sanna e al vicepresidente della commissione ambiente del Senato, Vincenzo Caleo. Il sopralluogo è stato l’occasione per lanciare un nuovo appello per l’istituzione di un parco paesaggistico-archeologico su Tuvixeddu-Tuvumannu in base a un progetto di legge che giace da tempo in Regione. Per Legambiente si tratta di una questione nazionale, che il deputato Sanna si è offerto di portare all’attenzione del Parlamento. A fine 2011 Legambiente aveva raccolto oltre cinquemila firme a sostegno di una proposta di legge regionale per l’istituzione del parco: il testo prevedeva una dotazione finanziaria di 90 milioni di euro in tre anni per acquisire i terreni. Nella scorsa legislatura, nel febbraio 2012, il centrosinistra aveva presentato una proposta di legge e una copertura finanziaria di 30 milioni di euro per l’istituzione del parco. Il testo però non è mai arrivato in aula. Secondo Caleo la zona del costone di Sant'Avendrace è simbolo «del cattivo uso che si fa del patrimonio storico italiano». Ha aggiunto Sanna: «Bisogna tirare fuori dal cassetto la proposta contenuta nel progetto di legge per l'Istituzione del Parco elaborato da Legambiente. Se questo non dovesse bastare - ha annunciato - allora siamo pronti a esaminare la questione a livello parlamentare».
Informazioni di segno opposto sono state fornite dall’assessore comunale all’Urbanistica, Paolo Frau: entro l'anno partiranno i lavori per aprire al pubblico la parte di Tuvixeddu che ospita la cava romana e le tombe del Sid e dell'Ureo: «Si tratterà di aprire nuovi accessi - ha spiegato Frau - sostituire i legni delle passerelle, proteggere la struttura delle tombe». Il tutto per 200 mila euro finanziati dal Comune, come anche
la manutenzione delle opere. L'assessore regionale ai Beni culturali Claudia Firino - che non era presente - ha annunciato che con la prossima programmazione l'assessorato stanzierà i fondi necessari per il recupero di Villa Laura e dell'ex cantiere Cocco, il Comune sarà il soggetto attuatore.