Stampace: messe dalle 7. Alle 10 parte la processione con le traccas
Ci siamo, oggi è il grande giorno: Cagliari è pronta ad accogliere decine di migliaia di devoti, pellegrini e curiosi per la sua festa più importante. Hanno già raggiunto il capoluogo da ieri tante delle oltre 3.000 persone, tra quelle in costume e i componenti dei gruppi folk, che parteciperanno alla sfilata, pronte a dare vita a un tripudio di colori e tradizione. Le traccas si muoveranno verso viale Sant'Ignazio prima che faccia luce, i petali che verranno sparsi per le strade del centro sono già stati preparati. La 360ª edizione della sagra di Sant'Efisio entra nel vivo: oggi, quella che nei giorni scorsi è stata devozione intima, riservata a confratelli e consorelle del Gonfalone, fedeli a 24 carati e stampacini Doc, diventerà la festa di tutti i sardi e, anche, l'avvio della stagione turistica per la città.
ORARI Alle 10 i grandi carri addobbati, i gruppi in costume, i cavalieri, i miliziani e la guardiania si muoveranno da viale Sant'Ignazio verso il centro. Già dalle 7, intanto, in piazzetta Sant'Efisio cominceranno le messe. A quella delle 11 presenzierà l'Alternos, rappresentante della municipalità, quest'anno l'assessore ai Servizi sociali, Luigi Minerba. Alle 12 il cocchio, che da ieri contiene la statua del santo, vestito e ingioiellato, sarà portato fuori dalla chiesa e nel sagrato saranno agganciati al giogo i due buoi che avranno il compito di trasportarlo nel suo lungo viaggio verso Nora, da dove ritornerà mercoledì sera. Prima tappa a Giorgino, poi a Sarroch, dove passerà la notte.
LE CERIMONIE DI IERI Ieri mattina, nella chiesetta intitolata al martire, si sono tenute le cerimonie dell'Apposizione degli ori e dell'Intronizzazione: il desiderio dell'arciconfraternita era di celebrarle sul sagrato, come è avvenuto avant'ieri per la Vestizione, ma le condizioni meteorologiche incerte lo hanno sconsigliato.
La chiesa era gremita già verso le 9,30. Il rito dell'Apposizione è cominciato alle 10: fedeli che scandivano il rosario, le telecamere di Videolina, una miriade di smartphone e macchine fotografiche in azione. Sull'altare le mani di Giancarlo Sanna, alla prima grande prova da Terzo guardiano, tremavano. L'emozione, l'aureola che sembrava non volerne sapere di avvitarsi alla testa della statua: ci sono voluti due interminabili minuti. Il tesoriere, Alfio Zuddas, dava indicazioni con lo sguardo, le sopracciglia aggrottate, e mormorava suggerimenti. I fedeli attendevano, il rosario era terminato. La priora, Anna Maria Bandinu, ha chiamato «un'altra decina, secondo le indicazioni del Pontefice»: al termine, finalmente, l'ultimo gioiello era apposto. È a quel punto che Sanna non si è trattenuto e ha dato alla statua una carezza dolce, sulla guancia, come si farebbe con un nipotino, un figlioccio cui si vuol bene.
I VOTI In quel gesto, compiuto ieri mattina durante la cerimonia dell'Apposizione dei gioielli, c'è tutto il rapporto fra Sant'Efisio e la sua gente. Se per tradizione tocca al presidente, all'Alternos e, appunto, al Terzo guardiano l'onore di sistemare gli ultimi attributi (spada, palma e aureola), sono stati fedeli comuni a sistemare gli altri, splendidi, selezionati fra le centinaia accumulati in secoli di donazioni: spille, anelli, collane, un medagliere gremito di medaglie militari. Il tesoriere, che mentre il segretario ne leggeva la descrizione li ha presentati uno per uno sollevandoli di fronte ai fedeli, ha scelto per ciascuno il fedele che avrebbe dovuto sistemare il gioiello sulla statua: per ognuno, un voto, una preghiera particolare al santo che, giurano a Stampace, aiuta tutti.
Marco Noce