Sant’Efisio con gli occhi di Mamadou: “Ho messo l’abito più bello per la vostra festa”
Naso all’insù e macchine fotografiche in mano, migliaia di persone in città per la festa di Sant’Efisio pronti a immortalare le persone che sfilano con gli abiti più belli della tradizione della nostra Isola in attesa del santo. Turisti, residenti, persone arrivate da qualsiasi parte della Sardegna per la trecentosessantesima edizione della festa più importante di Cagliari, tra le più antiche della nostra isola, e anche la più lunga processione religiosa italiana.
Tra gli spettatori ci sono anche alcuni migranti che guardano incuriositi la sfilata e ne approfittano per scattare qualche foto. Sono in tre, uno di loro porta una giacca e una cravatta, a prima vista si può scambiare per un addetto alla sicurezza, ma in realtà si trova a Cagliari da qualche mese e ha scelto l’abito più bello per la festa sarda più importante e più grande del Mediterraneo.
“Ho sentito parlare di questa festa, so che è una festa religiosa e racchiude la storia della Sardegna – racconta Mamadou Traore, 21 anni, arrivato dal Mali qualche mese fa con un barchino sfidando la morte insieme ai suoi amici- oggi ho voluto partecipare con voi, per adesso mi hanno colpito molto i vestiti e le musiche, spero di riuscire a trovare un lavoro in Sardegna per poter rimanere a vivere qua e tornare l’anno prossimo a questa festa”.
Mamadou ha 21 anni, fino a qualche anno fa era musulmano, ora è cattolico e frequenta anche la chiesa: “Mi piacerebbe avvicinarmi di più alla religione, devo prima imparare la lingua”. Infatti per ora conosce solo qualche parola di italiano, parla solo francese e continua a ringraziare per il sostegno che i sardi cercano di dare ai migranti: “Grazie ancora, grazie, che Dio vi protegga, ora ho bisogno di un lavoro e del permesso di soggiorno”.
Monica Magro