Sant'Efisio non tradisce le attese. A Cagliari l'abbraccio di migliaia di sardi, turisti affascinati
L'edizione 360 della festa fa vivere al capoluogo sardo la classica giornata tra fede e tradizione. Il cocchio con il santo arriva in leggero ritardo sulla tabella di marcia. Ma, tra sardi e vacanzieri, nessuno se ne accorge.
CAGLIARI - Tutto come da copione: la 360esima festa di Sant'Efisio scivola via in un primo maggio dove il capoluogo sardo si riscopre, ancora una volta, cuore pulsante di tutta l'Isola. Tra traccas, figuranti a piedi e a cavallo e carri addobbati a dovere, in migliaia rimangono affascinati da una delle feste tanto religiosa quanto identitaria ormai nota a livello internazionale. Protagonisti un po' tutti: dai 278 Comuni presenti ai 286 gruppi folkloristici, con ben 31 subregioni storiche rappresentate.
"Un momento sempre importante, prova ne è la dedica al santo con più giorni di festa, per accompagnarlo fino a Nora, con il rientro la sera del quattro maggio e il conseguente scioglimento del voto", spiega il sindaco, Massimo Zedda, al suo quinto Sant'Efisio con tanto di fascia tricolore. "L'aspetto fondamentale è l'inserimento della festa nell'elenco italiano del patrimonio immateriale dell'Unesco, merito del lavoro, lungo secoli, di arciconfraternita e guardiania, che hanno custodito la tradizione". Dal cuore di Stampace fino a via Roma, un tripudio continuo di gioia e colori. Efisio - così è chiamato, confidenzialmente, dai tantissimi suoi devoti - passa davanti a palazzo Bacaredda poco dopo le 13:30. A contorno, infiniti lanci di petali di rosa e il suono delle sirene delle navi ormeggiate nel porto. Il martire guerriero prosegue il suo cammino fino a Nora. Nella sera del primo mercoledì di maggio il rientro nella "casa naturale" della chiesetta di Stampace, con la Sardegna intera pronta a tributargli tutti gli onori tipici di un "copione" lungo oltre tre secoli e mezzo.