«Deludenti i 5 anni di amministrazione di centrosinistra» - Incontro con i candidati a sindaco: a tu per tu con Enrico Lobina
La mattina si alza presto: «Preparo le sfide del giorno». Incontri, dibattiti, ma anche studio, definizione di nuove proposte. Enrico Lobina lo sa bene: un aspirante sindaco deve precorrere i tempi, dettare l'agenda. «Soprattutto garantire quel che chiede chi incontro ogni giorno per strada o durante un convegno: onestà, presenza, capacità d'ascolto». A dirla tutta, confessa il trentasettenne candidato sindaco di Cagliari Città Capitale , «la gente chiede anche lavoro per sé e per i propri figli disoccupati».
La sede scelta come base elettorale del suo movimento civico («fatto di associazioni, gruppi, due partiti - Verdi e Progress - e le liste Quartieri di Cagliari, Insieme per Pirri e Cagliari Capitale») è in via Mandrolisai, cuore popolare di Is Mirrionis-San Michele. Alle pareti manifesti di vecchi film, foto di traccas e costumi sfavillanti dietro il cocchio di Sant'Efisio. «Questa», precisa Lobina, originario di Mandas-Sadali ma cresciuto in città, «è anche la sede del circolo-associazione “Me-Ti”». Nome evocativo: «Richiamo diretto a “Me-Ti, il libro delle svolte” di Bertolt Brecht». Il protagonista Me-Ti è un filosofo e militante «che cerca di capire come trasformare le cose». È la missione in politica di Lobina? Un sorriso appena accennato vale come un'ammissione: «Il principio-guida del libro, che abbiamo adottato, è che la storia sia composta di continue svolte, e che proprio le crisi rappresentino momenti di opportunità di riscatto».
Mai banale o scontato. Parla in modo diretto, mentre affonda nella sedia in pelle nera che troneggia dietro la scrivania: «Sono stato iscritto a Rifondazione comunista per quasi vent'anni, ora incontro ragazzi che non hanno mai aderito a un partito e intendono la politica non come appartenza a una parte o all'altra ma come impegno sociale e popolare». Non ama parlare degli altri candidati a sindaco. Ma affonda: «Deluso dall'attuale amministrazione di centrosinistra». Riconosce: da Rifondazione a leader di un movimento civico il salto è importante. «Ma non privo di logica, a pensarci bene».
Riflessione e analisi, binari obbligati su cui Lobina - da sempre - indirizza passione e impegno politico. Studente modello ma anche vivace: «Cambiai tre sezioni in un solo anno però mi diplomai allo Scientifico Michelangelo». Un fulmine all'Università: «Laurea a 23 anni in Scienze politiche, indirizzo internazionale, compreso l'Erasmus in Germania e il servizio civile».
Scalpita, si sente («ero, sono») cittadino del mondo. Scruta l'orizzonte e sceglie: «Dopo aver cercato inutilmente lavoro, ho usufruito di una borsa di studio che mi ha permesso di frequentare un master in Affari internazionali a Milano, e di lavorare sei mesi in Viet Nam». Nel frattempo (gennaio 2004) vince il concorso per il dottorato di ricerca in “Storia, istituzioni e relazioni internazionali dell'Asia e dell'Africa” a Cagliari. «La tesi di dottorato è diventata un libro, pubblicato nel 2010, dal titolo “Viet Nam, le radici della resistenza”». Per un anno - dall'aprile 2005 alla fine del 2006 - lavora come consulente del ministero degli Affari esteri: «Un progetto che ha creato legami stabili tra i sardi emigrati all'estero e la Sardegna. Da settembre del 2005 mi occupo della direzione del Centro studi vietnamiti di Torino». Nel 2007 trova lavoro alla Regione «dopo aver vinto un concorso come esperto in diritto internazionale e diritto comunitario». Dall'agosto 2011 è in servizio all'assessorato dell'Agricoltura, sezione pesca. La sete di conoscenza e la passione per i viaggi sono fiamme sempre accese: «Nel 2008 ho lavorato per conto delle Nazioni Unite all'Ambasciata d'Italia a Pechino, Ufficio cooperazione allo sviluppo. Il soggiorno cinese mi ha permesso di studiare la realtà dell'Impero di Mezzo». Recenti i viaggi in Giappone e in India.
Dal 1997 la politica è la sua più grande passione. «La concepisco come ascolto dei problemi delle persone e come proposizione di soluzioni semplici e attuabili. Ho sempre preferito il lavoro politico tra la gente». Esattamente quel che ha fatto ieri: incontri con abitanti del quartiere - «su problemi legati agli alloggi» - puntata a palazzo Regio per la manifestazione su Sa die de sa Sardigna , di sera in Terrapieno incontro con attivisti e simpatizzanti. Oggi, domani? «Dialogare, discutere con cittadini e candidati sui temi del nostro programma: dalla solidarietà all'impegno sociale».
Nessuna nostalgia dei tempi del circolo “Palmiro Togliatti” di via San Domenico. «Nel 2011 entrai in Consiglio comunale e mi dimmisi da segretario». Elezione con dati record: «Cinquecentotrentun preferenze». Da consigliere comunale ha preferito fare il capogruppo (rinunciando alla carica di presidente di una commissione) «per poter lavorare sull'insieme delle politice comunali».
La scelta di candidarsi a sindaco non è stata casuale né improvvisa. A confermarlo Efisio Pilleri, ex segretario e consigliere comunale sardista, candidato nella lista Cagliari capitale: «Lo abbiamo scelto dopo un dibattito durato sei mesi». Sfida subito accolta. «Ho il sostegno di tanti amici, della mia fidanzata, dei tanti che incontro ogni giorno», dice Lobina elencando gli appuntamenti già fissati per la sua serata da candidato. «Nel nostro programma ci sono iniziative innovative». Più invidiato o corteggiato? «Le idee vincenti fanno gola a tutti. Ma il nostro è un dialogo aperto con tutti, compresi i miei rivali candidati a sindaco».