Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Baciamano e smoking contro il bullismo

Fonte: La Nuova Sardegna
14 aprile 2009

DOMENICA, 12 APRILE 2009

Pagina 1 - Cagliari

Buone maniere, il Comune distribuisce nelle scuole medie un «Gala&Teo» del tutto fuori dal tempo
Fanno discutere e sorridere una serie di precetti per ragazze e ragazzi inesistenti


IL CASO Educazione e sprechi

CAGLIARI. Il baciamano «è adeguato solo nei ricevimenti che si svolgono dentro casa, mai nei luoghi pubblici o all’aperto». Poi, se apparecchiamo la tavola si badi bene che vi siano otto posate (forchetta per l’antipasto, per la prima pietanza e per la seconda; coltello; cucchiaio da minestra; e posatine per desser e formaggio in numero di tre), tre biccheri (per il vino rosso e bianco, più quello per l’acqua) e, infine, il piattino per il pane. Per il vestiario: nelle grandi occasioni le calze, per l’uomo, dovranno essere «sempre rigorosamente lunghe fino al ginocchio e colore scuro». Mentre lo smoking «va usato solo di sera e quando richiesto o in serate di gala». Però la giacca dello smoking «va lasciata aperta se è monopetto e allacciata se doppio petto».
Attenzione: non ci troviamo nei primi del secolo, ma nel 2009 e i brani citati sono tratti dal Gala&Teo scritto appositamente per i ragazzi delle medie inferiori e voluto e finanziato dal Comune. In particolare è stato realizzato con una determina del 12 febbraio di quest’anno relativa al capitolo «prestazioni di servizio per infanzia e adolescenza». L’intento, come si legge nel documento, è quello di realizzare un prodotto contro il bullismo nelle scuole.
Nell’opuscolo, va detto, non si parla solo di come ci si atteggia a tavola, ma anche di tante altre cose: da come ci si comporta a scuola a come si guarda la Tv («per un massimo di due-tre ore al giorno»); dall’atteggiamento da tenere negli incontri conviviali («durante le feste è importante stare attenti ai mobili, a sedie e divani») al significato dei fiori che si regalano; dal fatto che non si alza il mignolo «mentre si beve» al suggerimento che, a tavola, le «prugne e le albicocche non si sbucciano, ma si dividono a metà con una pressione delle dita, lasciando cadere sul piatto il nocciolo»; e via di seguito sino al ruttino: se qualcuno, inavvertitamente, lo fa, non bisogna ridere. Ed ancora: quando un uomo porta una donna in un luogo pubblico entra per primo perchè così controlla «che il luogo sia “consono”».
Insomma monsignor Giovanni Della Casa, che nel 1558 pubblicò il famoso Galateo avrebbe qualcosa da ridire. Le ragazze e i ragazzi di oggi, forse, sono un pochino diversi. Ma tant’è: torniamo al passato. Benissimo, pensiamo allora al mitico Gianburrasca, che Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli) scrisse tra il 1907 e il 1908: Gala&Teo sarebbe diventato oggetto di commenti irriverenti e sarcastici, nel suo diario.
L’intento del Comune (di stimolare la convivenza) va bene, ma creare oggi un libretto di 86 pagine, più disegni, con una serie di precetti, per lo più fuori dal tempo e poi darlo alle scuole, fa pensare a un «tiro» di Scherzi a parte. Ma così non è. Infatti l’opuscolo è aperto da brevi considerazioni sull’importanza della lotta al bullismo: del sindaco Emilio Floris («il buon comportamento» deve puntare a «un’“etica personale” capace di dare un vero e autentico valore alla vita di ciascuno»), dell’assessore alle Politiche sociali Anselmo Piras («combattere il bullismo con le buone maniere, il galateo»), del direttore regionale scolastico Armando Pietrella («è necessario promuovere idee per i nostri giovani e vincere i comportamenti “anti-sociali”») e del dirigente del Servizio al cittadino Ada Lai («nel libro si vuole un po’ giocare su ogni occasione più o meno mondana»).
L’amministrazione ha speso 12.480 euro per realizzare questo depliant, stampato in cinquemila copie. L’idea di dare ai giovani studenti una serie di indicazioni sul comportamento è giusta. L’importanza delle regole, da acquisire sin da piccoli, non come costrizioni ma come strumenti di valorizzazione e crescita della propria personalità, va bene, ma va realizzata in tutt’altro modo. (r.p.)