Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Patrimonio in vendita, ma senza un progetto

Fonte: La Nuova Sardegna
14 aprile 2009

DOMENICA, 12 APRILE 2009
Pagina 1 - Cagliari

Il governo della città inserisce nel bilancio gli immobili da alienare o valorizzare
In via Schiavazzi, a Sant’Elia, vi sono venticinque locali commerciali mai utilizzati

Il Pd: «Manca un piano di intervento sul patrimonio»

CAGLIARI. In via Schiavazzi, nella via dei palazzoni di Sant’Elia, dove si tocca con mano il degrado sociale e per anni e anni si è detto che occorrevano (e occorrono ancora) servizi, il Comune possiede venticinque locali detti «commerciali». Ma stando all’inventario del servizio gestione del patrimonio del Comune, allegato al bilancio 2009, non risultano utilizzati a nessun titolo. E ora sono stati inseriti nel piano «vendita e/o valorizzazione» del Municipio. Possibile, però, che per anni l’amministrazione li abbia lasciati così, senza utilizzarli? Possibile che, vista la situazione dei palazzoni e la necessità di interventi per modificare la situazione, in tutti questi decenni questo patrimonio non sia stato usato? Qualcuno potrebbero dire che non molti sarebbero disposti ad aprire una attività commerciale in via Schivazzi. Ma molte iniziative possono esser prese dall’amministazione.
La storia dei quartieri periferici di tante città nazionali e internazionali è ricca di esempi virtuosi: di centri di aggregazione e di strutture di incontro, stimolati dal pubblico, commerciali e non, che sono poi diventati il perno di iniziative sociali. Ma questo in via Schiavazzi non è stato realizzato. Ora, quindi, l’amministrazione si libera (decide di liberarsi) di questo peso inutilizzato, ma anche - così recita la dizione del documento - di valorizzarlo. Meglio tardi che mai. Certamente il fatto che non lo si sia fatto prima, è grave.
Al di là di via Schiavazzi, l’amministrazione ha inserito nel «piano vendtita e/o valorizzazione» complessivamente 131 immobili. Tra questi non sono inclusi gli alloggi Erp, di edilizia residenziale pubblica, in quanto non alienabili. E così si vede anche che sono stati messi sul mercato, tra le altre cose, appartamenti in via Manno, via Mazzini, via Sulis, via San Giovanni, via Tiziano, via Vittorio Veneto, via Santa Margherita, via Cavour, via Oristano, via Cimarosa, via Verdi, via San Saturnino, via San Giacomo e corso Vittorio Emanuele. Tutti alloggi frutto di lasciti o di donazioni. Vendite su cui vigilare per impedire che si ripeta quanto avvenuto per altri appartamenti, in via Monno, ceduti ceduti a costi molto al di sotto del prezzo di mercato.
L’amministrazione, insomma, vuole liberarsi dei suoi gioielli come, ad esempio, il palazzo Accardo dove vi sono otto appartamenti e quattro locali commerciali, tra cui lo storico bar Svizzero. Ma vuole anche cedere altre strutture come l’ex mercato dismesso di via Berlino (dove oggi c’è un market), o quello del market GF di via Talete. Poi vi sono anche immobili occupati abusivamente, come l’ex asilo di via Paoli. In via di dismissione pure i locali dove attualmente ci sono le associazioni degli scacchi e del bridge (in via Ausonia), e quelli che ospitano la Rai, in viale Bonaria.
Un patrimonio notevole, di cui però non si conosce il valore. «C’è infatti un’altra questione che scandalizza - sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comunale - ed è il fatto che in allegato al bilancio c’è solo un elenco in cui, sì, si parla di “vendita e/o valorizzazione”, ma senza alcun progetto legato a questa prospettiva. Dove mai si è vista una cosa simile, che modo di programmare è questo. Non posso inserire in bilancio un qualcosa di così indefinito». Eppure, continua Depau, «sappiamo tutti che viviamo in un periodo di grandi difficoltà economiche, in cui tutto viene “tagliato”. Allora cerchiamo almeno di valorizzare al meglio quello che abbiamo». Ma c’è anche un altro dato che «grida vendetta: il fatto che le entrate al di là delle tasse e dei tributi, sono diminuite. Questo significa fondamentalmente che gli affitti delle proprietà del Comune, al posto di aumentare, hanno avuto una flessione. Altro elemento di gestione fortemente negativo».